Il comitato di quartiere San Domenico e la Parrocchia San Domenico, vogliono accendere i riflettori sull’artista nisseno che ha dato lustro e prestigio alla città di Caltanissetta.
In occasione dell’anniversario della nascita del Roggeri, con la collaborazione della Prefettura di Caltanissetta, della Soprintendenza ai beni culturali, assieme all’Amministrazione Comunale, vogliamo schiudere una nuova pagina impegnandoci affinché il nome del grande pittore nisseno Vincenzo Roggeri possa restare legato per sempre alla storia e alla vita e nel ricordo di una città come Caltanissetta, avara e insensibile nell’affetto e nella cura dei suoi figli migliori.
Il Roggeri, nella sua lunga attività di maestro e di artista, ha creato opere d’arte che ancora oggi arricchiscono il museo diocesano di Caltanissetta, la chiesa di San Domenico, la Cattedrale, l’abbazia di Santo Spirito, la Chiesa del Collegio di Maria e abbelliscono altresì molte chiese di Enna e di Palermo.
Per quanto sopra il comitato di quartiere e la Parrocchia San Domenico chiedono al Sig. Sindaco e alla Giunta Comunale l’intitolazione dello slargo antistante la scuola elementare 4° Circolo Angeli, oggi “largo Vallone Angeli” da intestare al pittore nisseno Vincenzo Roggeri per dare il legittimo tributo al grande artista.
Desideriamo fortemente che sia esaudito un sogno coltivato già da un paio di anni e siamo sicuri che lei Sig. Sindaco, col suo impegno, con la sua determinazione e la sua sensibilità intellettuale, riuscirà in poco tempo a superare l’iter burocratico necessario all’intitolazione del largo Vallone Angeli a largo Vincenzo Roggeri, un atto che finalmente rende onore e che perpetua la figura e l’arte di un grande della pittura sacra italiana affinché resti per sempre legato alla storia di Caltanissetta.
CENNI STORICI. BIOGRAFIA. A seguito di minuziose ricerche grazie al contributo e ai saggi storici forniti da Felice Dell’Utri, si è potuto tracciare una completa biografia ed un elenco di opere certe, che hanno permesso di far conoscere meglio le grandi qualità dell’artista Nisseno.
Vincenzo Roggeri nasce a Caltanissetta nel 1634-35 e muore nel 1713 all’età di 79 anni circa, come da comprovati documenti dell’archivio della chiesa San Domenico, è stato sepolto nella Cripta della omonima chiesa, è sconosciuto il punto esatto della tumulazione.
Figlio di Francesco e di Giuseppa, nel 1656 si sposa con donna Margherita Patrocinio con la quale ebbe cinque figli.
LO STILE E LE OPERE DEL ROGGERI. Il Roggeri svolge la sua attività artistica in un’epoca in cui, per il permanere della rinnovata ideologia controriformista e la disponibilità degli ordini religiosi e della nobiltà, l’arte ed in particolare la pittura, trova in Sicilia ampio sviluppo anche per le qualificate presenze di artisti continentali e stranieri.
Si forma dunque tra quella cerchia di pittori che dopo la morte di Caravaggio ne continuarono lo stile fra cui, in Sicilia, Pietro Novelli, la cui arte dovette influire certamente nella produzione pittorica del nostro artista. Lo stile della pittura del Roggeri è caratterizzata da alcune peculiarità artistiche e tecniche che la rendono inconfondibile rispetto alla produzione d’altri pittori contemporanei. I suoi personaggi presentano forme aggraziate, dalla perfetta anatomia e dai contorni ben definiti. Le Madonne e le Sante del Roggeri presentano i volti ovalizzati in cui la luce che li colpisce degrada in delicati cangianti cromatici rendendoli particolarmente raffinati. Padre Fedele così si esprimeva descrivendo i suoi quadri: “Si vede in loro la diligenza ed esattezza nelle teste”. Spesso inseriva nelle sue opere a carattere sacro parti di natura morta, ossia l’inserimento di quegli elementi inanimati appartenenti ai tre regni della natura. In un dipinto del Roggeri raffigurante “La Sacra Famiglia”, ubicato nella Cattedrale di Caltanissetta è presente un angelo che regge un piatto con frutta mentre Sant’Anna e San Gioacchino, tenendo in mano grappoli di ciliegie, fanno gioire il Bambinello Gesù.
Fra le numerose opere d’arte pittoriche che si conservano nel Museo Diocesano del Seminario di Caltanissetta acquistano particolare importanza quelli che appartengono quasi certamente alla produzione artistica del grande pittore nisseno del XVII secolo. Si tratta di un corpus di nove dipinti, di varia provenienza, qui appresso elencati e descritti:
– L’Adorazione dei pastori (olio su tela – cm. 228×150)
– La Madonna col Bambino e S. Luigi Gonzaga (olio su tela – cm. 200×153)
– L’Adorazione dei Magi (olio su tela – cm. 200×153)
– L’Estasi di S. Francesco d’Assisi (olio su tela – cm. 172×138)
– Tobia e l’Angelo (olio su tela – cm. 175×119)
– Santa Apollonia (olio su tela – cm. 250×170)
– La Circoncisione (olio su tela – cm. 201×180)
– L’Annunciazione (olio su tela – cm. 232×156)
– La Visione di Santa Teresa d’Avila (olio su tela – cm. 233×180)
I primi tre provengono dalla chiesa di S. Giuseppe di Caltanissetta.
L’Adorazione dei pastori viene attribuito per la prima volta a Vincenzo Roggeri da Francesca Paola La Mattina a pag. 90 del suo volume La natura morta in Sicilia nell’iconografia sacra del Seicento, ed. Lussografica-Caltanissetta 1997 “presenta notevoli affinità con l’arte di Vincenzo Roggeri, pittore nisseno del Seicento, riscontrabili soprattutto nell’anatomia e nelle sembianze di alcuni personaggi, nonché nel trattamento di alcuni panneggi dall’acceso cromatismo. Pertanto, a nostro avviso, potrebbe trattarsi di un’opera giovanile>. L’attribuzione della studiosa palermitana viene ripresa in seguito da G. Davì che riteneva erroneamente l’opera inedita (G. Davì, La Cultura figurativa nel nisseno fra Cinque e Seicento, in: La Pittura nel nisseno dal XVI al XVIII secolo, S. Sciascia editore, Palermo 2001, pag. 63).
In realtà la composizione del soggetto e l’espressione dei singoli personaggi presentano significative analogie con le opere di Pietro D’Asaro; si noti ad esempio l’impressionante somiglianza del S. Giuseppe del Roggeri in quest’opera con il S. Giuseppe del Monocolo di Racalmuto nella sua celebre “Natività” che si conserva nella Galleria Regionale della Sicilia di Palermo. Evidenzia inoltre, sia nella composizione che nel trattamento cromatico, un carattere più arcaico e duro vicino agli schemi iconografici già attuati non solo da Pietro d’Asaro ma di altri pittori di quel tempo i quali evidenziavano, a volte, nelle loro opere chiare reminiscenze fiamminghe.
In quest’opera ma anche nelle altre due emergono, come sottolinea S. Grasso, a pag. 76 del catalogo Museo Diocesano di Caltanissetta, 2001: <….Le componenti tardo-manieristiche della formazione del Roggeri, che la critica ha spiegato come una sua dipendenza dai pittori madoniti del primo Seicento, mentre La Mattina (Francesca Paola) nel giudicare “l’Adorazione dei Pastori” un’opera giovanile, correttamente la ritiene di “derivazione dasariana”. Per le appena menzionate considerazioni l’attribuzione del dipinto al nostro pittore è piuttosto dubbiosa, a meno che non si considera, come giustamente sottolineato nel 1997 da Francesca Paola La Mattina, un’opera giovanile del maestro nisseno.
L’Estasi di S. Francesco, proviene dalla chiesa di Sant’Antonio di Padova di Caltanissetta. Potrebbe trattarsi di un’opera commissionata, nel 1696, da Luciano Barile, barone di Turolifi, per inserirla nella cappella di famiglia in detta chiesa, per la costruzione della quale aveva elargito notevoli contributi (F. Dell’Utri – Vincenzo Roggeri-pittore siciliano del XVII secolo, ed. Lussografica-Caltanissetta, 2004, pag. 47). S. Grasso così scrive a pag. 77 del Catalogo Museo Diocesano di Caltanissetta, Palermo 2001: <……che nel 1696 destinava nel proprio testamento 15 onze all’acquisto di un quadro di San Francesco da collocare nella cappella di famiglia, intitolata a S. Francesco, nella chiesa di Sant’Antonio da Padova, da cui appunto l’opera proviene>. Il dipinto raffigura il momento in cui il Santo, dopo avere ricevuto le stigmate, va in estasi, sostenuto dagli Angeli.
Tobia e l’Angelo, opera proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Montemaggiore, detta della Saccara. La scena raffigura il momento in cui Tobia, ascolta il consiglio dell’Angelo, Raffaele, regge, dopo averlo deposto in una cesta, il grosso pesce sbalzato dal fiume Tigri “ …. Prendi il pesce e non lasciarlo scappare-sventralo, levagli il fiele, il cuore e il fegato e mettili da parte, -sono utili per fare un buon medicamento” (Tobia, 6-3-4).
La delicatezza del volto dell’Angelo, la disposizione delle pieghe dei panneggi dall’effetto serico, il tipico paesaggio sullo sfondo ed altri particolari non lasciano dubbi circa l’attribuzione dell’opera al Roggeri. –
Santa Apollonia, opera proveniente dall’Abbazia di Santo Spirito di Caltanissetta, già citata e brevemente descritta nella Guida “Abbazia Normanna di S. Spirito-Caltanissetta, ed. Lussografica, Caltanissetta – 1990. Raffigura la Santa che regge con la mano destra la palma, simbolo del martirio, mentre con la mano sinistra regge un libro su cui poggiano le tenaglie e due denti. In basso a sinistra è la figura a mezzo busto del probabile committente.
In alto due angioletti alati reggono la corona dorata. Lo sfondo è rappresentato da un paesaggio che si intravede oltre la balaustra. L’attribuzione al Roggeri è rappresentata dalla presenza di alcune peculiarità stilistiche affini alle opere certe come l’effetto cromatico e serico delle vesti, dai putti alati simili a molte opere dell’artista, ecc.
La Circoncisione l’Annunciazione e La Visione di Santa Teresa d’Avila provengono dalla chiesa di Sant’Agata al Collegio di Caltanissetta. Rispetto alla migliore produzione artistica del pittore nisseno mostrano alcune durezze nella composizione e incertezze nelle cromie che risultano prive di intensità e rifiniture come in altre opere. E’ probabile che possa avere influito, nella realizzazione delle tre opere, la mano degli aiuti.
Prima della pubblicazione di Vincenzo Dell’Utri del 1987, dal titolo Vincenzo Roggeri-pittore nisseno del Seicento vissuto tra il Paladini ed il Borremans, nulla era dato sapere dalla storiografia locale su questo straordinario pittore e della sua arte, sebbene numerose erano le testimonianze artistiche presenti a Caltanissetta ed in altri centri dell’isola. Il pittore era stato citato da Padre Fedele da S. Biagio nei suoi “Dialoghi familiari sopra la pittura”, pubblicazione stampata nel 1778 <la buona fama di questo pittore è generale” in Caltanissetta, ov’io feci il noviziato in assumer l’abito dei Cappuccini. Dipinse molto bene nella sua patria ed ebbe degli allievi>. A seguito di ulteriori ricerche si è potuta tracciare una biografia del pittore ed un elenco di opere, certe o attribuite, che hanno permesso di far conoscere meglio le sue qualità di artista.
Il Comitato di quartiere Centro Storico “San Domenico”