Salute

Universita’: direttore ateneo romeno, avanti sui corsi a Enna

Redazione

Universita’: direttore ateneo romeno, avanti sui corsi a Enna

Dom, 22/11/2015 - 12:30

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BichescuENNA – Finira’ dinanzi alla Commissione europea la vicenda dei corsi di medicina organizzati a Enna da una universita’ romena. Ad annunciarlo il direttore dell’ateneo romeno Cezar Bichescu. “I corsi di lingua romena proseguono. Abbiamo trovato tre soluzioni logistiche alternative che sottoporremo all’ateneo universita’ romena nel pomeriggio”, assicura da parte sua Mirello Crisalulli, amministratore del “Fondo Proserpina”, raggiunto nei giorni scorsi da un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e invasione di edificio pubblico dopo un protocollo di intesa firmato con l’Asp di Enna, e interfaccia ennese della universita’ Dunarea de Jos. “Non capiamo perche’ gli studenti dell’ateneo palermitano, grazie ad una convenzione stretta tra la Dunarea e la facolta’ di medicina, possono sostenere gli esami in Romania, come avviene in questo periodo, e invece l’universita’ romena non puo’ aprire una estensione in Italia – ha sottolineato il direttore Cezar Bichescu – ma la facolta’ di Enna andra’ avanti. I nostri avvocati stanno preparando un documento da inviare alla Commissione europea in cui denunciamo che lo Stato italiano non rispetta i trattati dell’Ue. Siamo una universita’ accreditata a livello internazionale”. Bichescu precisa anche un altro aspetto della vicenda relativa al ministero dell’Istruzione, che da un lato ha chiesto notizie a prefettura di Enna e assessorato regionale, ma dall’altro non ha mai inviato, secondo quanto affermato in conferenza stampa, alcuna comunicazione all’Ateneo romeno: “Non abbiamo ricevuta nessuna comunicazione o richiesta, dal ministero italiano, di interrompere il nostro percorso. Abbiamo tutte le carte in regola e quando qualcuno ce lo chiedera’ noi dimostreremo che si sta solo tentando di metterci i bastoni tra le ruote” Bichescu ragiona: “Negli ospedali italiani c’e’ carenza di personale qualificato. Lo Stato italiano beneficera’ del percorso di studi di questi studenti che entrano nel sistema sanitario nazionale. Mi inchino davanti agli studenti che stanno patendo ogni sorta di angheria, ma alzero’ il capo davanti allo Stato italiano. Se non riconosce le lauree romene, allora non deve riconoscere nessuna laurea conseguita nell’Unione. Senza un ospedale la facolta’ di Medicina si puo’ fare: prolungheremo i periodi di stage e gli studenti effettueranno la pratica negli ospedali della Romania”