PALERMO – Confindustria Sicilia torna a chiamarsi Sicindustria, in onore del suo fondatore Mimì La Cavera. Lo ha annunciato oggi il presidente della confederazione degli industriali siciliani, Antonello Montante, aprendo la cerimonia per la consegna del premio intitolato a La Cavera, nel novantanovesimo anniversario della nascita del fondatore della Sicindustria.
Il ritorno al vecchio nome è “un auspicio per industrializzare l’Isola”, ha spiegato Montante, “e sconfiggere la cultura del clientelismo e dell’assistenzialismo”. Si è trattato della prima uscita pubblica siciliana di rilievo per Montante, da quando nel febbraio di quest’anno un quotidiano diede notizia della circostanza che la procura di Caltanissetta indagava sulle dichiarazioni di pentiti che lo tiravano in ballo con l’ipotesi di concorso esterno. Accanto a lui il “gemello” suo predecessore alla presidenza di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello e il vicepresidente Giuseppe Catanzaro. La Confindustria, insomma, fa ancora quadrato attorno al presidente (ancora oggi sono giunti attestati da amicizia dalla past president nazionale Emma Marcegaglia e una lettera dall’attuale presidente Giorgio Squinzi), come del resto è accaduto in questi mesi in cui l’associazione degli industriali si è trovata al centro di polemiche e attacchi.
All’appuntamento di questa mattina in un hotel palermitano hanno preso parte molti esponenti confindustriali palermitani (tra gli altri il presidente Alessandro Albanese) e anche alcuni politici come il vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello e il sottosegretario Simona Vicari, che hanno preso parte a una tavola rotonda, e l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici, che si è fatto vedere in sala.
Montante ha preferito non parlare con i cronisti di temi relativi ad antimafia e legalità (“Oggi siamo qui per festeggiare La Cavera”, ha risposto) e ha accusato di miopia la politica siciliana: “Cosa manca oggi alla politica in Sicilia? Gli occhiali… Sono politici miopi. E una politica miope”, ha detto rispondendo all’Adnkronos. Il presidente di Sicindustria fa un esempio: “La Merkel, una volta al mese, incontra i grandi investitori della Germania senza paura di incontrare i privati per capire quali sono le priorità – spiega – Basterebbe mettere al centro l’impresa e capire quali sono le priorità. Anche il Governo regionale dovrebbe farlo. Ma non è un problema del singolo, ma della volontà politica. Perché se poi c’è un assessore di turno, un Presidente o un capogruppo che individua le priorità, poi c’è un mondo intero che inizia a fare la guerra”.
Dal palchetto Montante ha ricordato, emozionato, La Cavera, la sua figura di “pioniere”: “E’ un marchio doc per tutta la Sicilia”, ha detto Montante, ricordando le sue battaglie perché la Sicilia non si limitasse a turismo e agricoltura ma si dotasse di un sistema industriale manifatturiero. Concetto ribadito in video-collegamento anche da Emma Marcegaglia, presidente dell’Eni, bloccata a casa da un problema di salute. “Per ora viviamo uno scenario geopolitco molto difficile – ha detto Marcegaglia – le opportunità ci sono e anche la per la Sicilia la strada vera è rafforzare un’industria che già c’è. Agricoltura e turismo sono importanti, ma nessun regione d’Italia, neppure la Sicilia, può pensare di vivere senza una forte industria. Tanto è stato fatto, tanto c’è da fare”. Riportare l’impresa al centro del dibattito è l’auspicio espresso da Montante, per “trasformare la Sicilia da terra di consumo a terra di produzione”. “Non è possibile assistere, in un momento come questo, a scontri politici, a ripicche, a giochi di potere. C’è un tempo per tutto. E questo è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare”, aggiunge il leader confindustriale. Il premio intitolato a La Cavera è andato a tre imprese siciliane: alla Irritec il premio competitività, allaNino Castiglione srl il premio marchio storico, alla Ludwig il premio start up.
Salvo Toscano – Live Sicilia.it