Caltanissetta, Regina Pacis: il musical “La bella e la bestia” per i 60 anni della parrocchia

musical la bella e la bestia-01CALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

La trama del musical La bella e la Bestia la conosciamo benissimo, non sappiamo, però, perché i giovani della Parrocchia Regina Pacis abbiano scelto di realizzarlo. La Parrocchia compie 60 anni dalla sua fondazione e i giovani, che sono sua parte, hanno voluto manifestarle la loro gioia e offrirle un dono attraverso il canto, la danza, la recitazione, il disegno e le varie forme di arte.

Perché proprio La Bella e la Bestia? Nell’estate 2012 il tema del Grest, animato dagli stessi giovani, è stato quello della bellezza, intesa non come apparenza o mera estetica ma come partecipazione al più bello tra i figli dell’uomo, Gesù Cristo.

A partire da quel Grest, si sono sviluppati diversi incontri sul medesimo tema, ponendo attenzione al nostro mondo che guarda sempre più all’apparire senza andare in profondità, al legame tra bellezza e Verità, alla gioia e al senso delle piccole cose belle e vere… tale riflessione ha condotto alla scelta di questo musical.

Dostojevskij, nel suo romanzo I fratelli Karamazof, dice che la bellezza salverà il mondo. Quale bellezza, ci chiediamo con Guardini. «L’uomo, che è creato a somiglianza di Dio, precipita in conseguenza del suo abbandono di Dio nella “zona della dissimilitudine” – in una lontananza da Dio nella quale non Lo rispecchia più e così diventa dissimile non solo da Dio, ma anche da se stesso, dal vero essere uomo» (Benedetto XVI, Discorso pronunciato durante l’incontro con il mondo della cultura al Collège des bernardins). La bellezza vera, perciò, è vivere nella somiglianza con Dio. La bellezza di Dio è condivisa da Lui con l’uomo. Se volessimo riassumere la fede cristiana, la quale ha formato le radici e l’identità della nostra Europa, potremmo semplicemente dire: «Tutto questo è Bello!». La bellezza di Dio, riversata nel mondo, si adombra nelle grandi cattedrali, nelle stupende opere pittoriche e scultoree, nelle opere musicali e teatrali. Negli uomini e nelle donne che, attraverso la loro vita donata a Cristo e alla Chiesa, hanno lasciato posto al bello nei luoghi dove abitavano, costruendo monasteri, scuole, ospedali, incarnando la bellezza e declinandola con l’esercizio della virtù della carità cristiana… uomini e donne che apparentemente, secondo le logiche del mondo, potevano sembrare anche brutte eppure capaci di sprigionare bellezza, di donare amore, essendo stati chiamati ad essere santi e immacolati al cospetto di Dio. L’insegnamento che ci viene da questi grandi è che l’uomo è mistero di bellezza e che tale mistero si svela nell’amare.

«La bellezza allora è una sinergia d’amore, un mondo penetrato d’amore, se l’uno vede l’altro bello questo accade perché i due sono già uniti. E poiché solo Dio può unire, i due si trovano belli perché hanno scoperto di essere uniti in Dio» (Marko Ivan Rupnik, Via della bellezza sapienza di Vita).

Vogliamo pensare che Bel, la nostra protagonista, abbia scoperto nell’amore per la Bestia di essere unita a Dio, e che proprio questa unione le abbia permesso di vedere non più con i suoi occhi ma con gli occhi di Cristo. Ella non si è limitata a vedere l’apparenza ma è scesa in profondità, fin nel cuore della Bestia e di quel cuore si è innamorata avendovi trovato il seme della somiglianza.

Non è forse la parabola della storia dell’umanità? Il mondo oggi ha bisogno di bellezza vera, non di una bellezza i cui punti di riferimento sono quelli forniti dai mass media, ma della bellezza che è Dio, il vero, il buono, il bello che attraverso Gesù Cristo porterà a compimento il mistero della salvezza dell’uomo permettendogli, imbruttito dal peccato e dalla lontananza da Dio, di tornare ad essere bello, anzi molto bello. «Mistero della bellezza! Aveva ragione Dostojevskij a scrivere che la bellezza salverà il mondo. Aveva ragione san Francesco a proclamare che Dio è bellezza; e aveva ragione ancora san Giovanni della Croce quando in una sola frase ripete senza fine che Dio è bellezza. La bellezza di Dio è la sua rivelazione nella creazione, nella storia, ma soprattutto nella umanità che egli, mediante Cristo, ha assunto» (D. Barsotti, Alla vigilia dell’evento cristiano).

Che questo musical faccia rifiorire in noi la ricerca del bello, ci faccia riflettere e tornare a stimare le piccole cose, la contemplazione della creazione, delle opere d’arte; ci porti alla costruzione di cose belle, senza la voracità del consumismo e dell’estetismo, nella ricerca di Colui che è capace di renderci realmente belli per sempre, Dio, nella condivisione con gli altri e nell’accoglienza di Lui nelle nostre famiglie e nella nostra vita… Tutto questo non è facile né difficile ma è semplicemente bello!

Sac. Cataldo Amico              

Parroco della parrocchia Regina Pacis

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