CALTANISSETTA – “Era palese che Spatuzza mi odiava”. Ad affermarlo e’ stato Giuseppe Graviano, boss di Brancaccio, deponendo a Caltanissetta, in qualita’ di teste nell’ambito del secondo processo per la strage di Capaci. “Conosco da molto tempo Spatuzza perche’ siamo dello stesso quartiere, Brancaccio. Ma non lo frequentavo – ha aggiunto – perche’ gli Spatuzza erano soprannominati ‘i malacarne’. Gaspare Spatuzza e’ cugino di Totuccio Contorno, anche se lui non lo dice mai”. Il boss di Brancaccio, si e’ poi soffermato a lungo sulla sua latitanza, iniziata nell’84 e protrattasi fino al gennaio del 94, quando venne arrestato a Milano. Una latitanza trascorsa prevalentemente al nord Italia, fra documenti falsi, ville, appartamenti e residence. Per un periodo di tempo, a prendersi cura della sua latitanza, e’ stato Fabio Tranchina, oggi collaboratore di giustizia. “Quando sono stato arrestato gli investigatori – ha detto Graviano – mi volevano convincere a collaborare con la giustizia e ad accusare le persone che mi indicavano loro. Mi fu detto che se non avessi collaborato sarei stato accusato di tutte le stragi che sono state fatte in Italia. Scrissi di tutto questo all’allora procuratore di Milano Borrelli e dopo poco tempo fui mandato nel carcere di Pianosa e detenuto con il 41 bis”. Durante la sua deposizione Graviano ha detto di non conoscere Salvatore Madonia. Ha anche detto di non aver mai conosciuto i collaboratori di giustizia Giovanni Brusca e Giovanbattista Ferrante. A citare il boss di Brancaccio, e’ stato l’avvocato Flavio Sinatra, legale di Salvatore Madonia. Alla sbarra, oltre a Madonia, Vittorio Tutino, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello.
Massimo Ciancimino, chiamato a deporre nell’ambito del secondo processo sulla strage di Capaci che si celebra a Caltanissetta, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Citato come teste dall’avvocato Flavio Sinatra, che assiste Salvo Madonia e Vittoria Tutino, imputati nel “Capacio bis”, ha inviato una comunicazione al legale in cui comunicava di non volere rispondere. Ciancimino attualmente e’ imputato per fatti connessi alle stragi del ’92. Anche Filippo Graviano, boss di Brancaccio, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere.