“Sarebbe quindi preferibile continuare a ridurre le tasse su altri fronti, in particolare – conclude Zabeo – a beneficio delle famiglie e sulla casa in modo da spingere i consumi interni che sono fondamentali per rafforzare la crescita economica. È bene precisare che la riduzione del costo del lavoro è andata anche a beneficio dei datori di lavoro e quindi l’eventuale spazio per ridurre la fiscalità generale per le famiglie sarà salutata con favore”.
Tra l’altro, nonostante l’Italia si posizioni nella parte alta della classifica internazionale del costo del lavoro – secondo la Cgia -, paesi come Belgio e Austria ma anche economie più grandi come Germania e Francia hanno un cuneo fiscale superiore.
Secondo quanto emerge sempre dai dati dell’Ocse, inoltre, la tassazione italiana sulla proprietà immobiliare è tra le più elevate dell’Area Euro: quasi l’1,5% del Pil, un’incidenza seconda solo a quella della Francia (dato 2012 che rappresenta l’ultimo anno disponibile che si avvicina di più alla situazione attuale). In Italia, tra l’altro, si registra tra il 2007 e il 2012 il maggior incremento del prelievo sulla proprietà immobiliare (+0,67 punti percentuali) dopo la Grecia. (Fonte ansa.it)