“È la scommessa sulla prevenzione del gioco d’azzardo la sfida da vincere nei prossimi anni” – dice con voce ferma la dott.ssa Francesca Picone, psichiatra dell’ASP di Palermo al pubblico di giovanissimi allievi assiepato nell’Aula Magna del Palazzo dell’Università. La Sicilia, in questo senso ha accolto la sfida ed è la prima Regione d’Italia ad avere emesso le Prime “Linee Guida per la prevenzione del Gioco d’azzardo patologico”. Il GAP è ufficialmente inserito tra le nuove dipendenze patologiche senza sostanze che – lo ha detto benissimo il prof. La Barbera dell’Università di Palermo nel corso del suo intervento – si sta diffondendo con percentuali epidemiche soprattutto tra i giovani e “per scivolamento” tra gli adulti. Nessuno sembra esserne esente: spesso per reazione ad eventi sgradevoli della vita, il gioco d’azzardo diventa una fonte di gratificazione adrenalinica tale per cui la prima casuale vittoria viene poi ricercata compulsivamente, puntando più soldi, spendendo più tempo, più a lungo più spesso del previsto e più di quanto ci si possa permettere. Il modello di Custer ha individuato l’escalation silenziosa della perdita di controllo, l’intensificazione degli accessi, l’aumento delle spese, la comparsa di distorsioni cognitive. Il gioco patologico condiziona la nostra mente e il nostro cervello, che fino ai 24 anni è ancora in fase di sviluppo e può essere fortemente condizionato a livello neurobiologico dalla attivazione di condotte addicted. Il recentissimo studio prodotto dall’equipe guidata dal dott. Guglielmo Trovato del Policlinico Univrsitario di Catania e pubblicato su “Liver international: official journal of the International Association for the Study of the Liver” sul tema “Fatty liver disease and lifestyle in youngsters. diet, food intake frequency, exercise, sleep shortage and fashion” ha rilevato con evidenza scientifica inconfutabile la correlazione tra decremento delle ore di sonno notturno, permanenza in luoghi rumorosi, uso di abiti larghi e abuso di alcol e disordini alimentari nei giovani. Presentato dal dott. Urriani il Modello di intervento dell’associazione “Casa Famiglia Rosetta” di Caltanissetta per la prevenzione del GAP e ha ribadito che il GAP è una dipendenza di tipo multifattoriale e, come tale, va trattata dall’educatore, dallo psicoterapeuta, dal consulente finanziario, dal medico psichiatra, proprio perché il problema è multi sfaccettato e spesso si consolida per modellamento:- “Nei centri commerciali, spesso i bambini con macchinette molto simili alle slot machine in modo da cominciare ad educare i bambini a giocare d’azzardo”.
Il richiamo di tutti i relatori è stato all’adozione di un modello di prevenzione del GAP che debba passare attraverso un livello di intervento politico, strutturale e istituzionale, che si assuma la responsabilità di modificare lo scenario attualmente esistente, in grado di proteggere le categorie sociali esposte al rischio GAP – bambini, adolescenti vulnerabili, persone con disagio mentali, persone di sesso maschile, persone divorziate, anziani – con l’obiettivo di promuovere, non tanto l’estinzione delle condotte di gioco, ma un “gioco sano” informato, consapevole, costruito sulla scorta di una ricerca qualificata per lo sviluppo di un nuovo paradigma culturale. (Foto RadioCL1)