Scende a tre milioni numero dipendenti pubblici – i dipendenti pubblici a tempo indeterminato scendono sotto quota 3 milioni. E’ quanto si legge nel bilancio sociale Inps secondo il quale nel 2014 i ‘travet’ erano 2.953.000 con un calo del 2,8% (circa 90.000 unità) sul 2013. Rispetto al 2011 quando erano 3,23 milioni i dipendenti pubblici, grazie al blocco del turn over, sono diminuiti di quasi 300.000 unità. L’Inps ha inserito per la prima volta nel 2014 tra i lavoratori dipendenti pubblici iscritti anche quelli a tempo determinato portando il totale complessivo a 3,22 milioni (2,95 milioni i dipendenti a tempo indeterminato, 270 mila circa quelli a tempo determinato). Nel complesso il numero dei lavoratori iscritti all’Inps (privati e pubblici) è risultato pari nel 2014 a 22.067.086 unità con aumento di 142.821 lavoratori rispetto ai 21.924.265 del 2013. L’aumento è dovuto solo all’inserimento nel totale dei dipendenti pubblici a tempo determinato.
Volano anzianità, 109.000 primi 9 mesi – Nei primi 9 mesi del 2015 sono state liquidate in tutto 109.796 pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia a fronte delle 84.840 dell’intero 2014. La percentuale sulle pensioni liquidate nel lavoro dipendente (73.508 contro 57.2013) è passata dal 22% al 34% del totale. Il dato diffuso dall’Inps è legato alla stretta sull’anzianità della legge Fornero.
Si abbassa il numero dei lavoratori in cig – Nel 2014 il flusso di lavoratori in cassa integrazione è stato di 1,2 milioni con un calo del 21,3% sul 2013. E’ quanto emerge dal bilancio sociale Inps secondo il quale la spesa complessiva per ammortizzatori sociali nell’anno è stata pari a 22,6 miliardi con un calo del 4,2% sul 2013. Compresi i contributi figurativi per la cig si sono spesi 6,1 miliardi (-8,8%); per le indennità di disoccupazione si sono spesi 13,1 miliardi (-3,6%, tre milioni di persone interessate); per la mobilità si sono spesi 3,4 miliardi (+2,7%).
Boeri, interventi parziali su pensioni – Sarebbe stato “importante” con la manovra per il 2016 “fare l’ultima riforma delle pensioni”. Così il presidente Inps, Tito Boeri, sottolineando che nella Legge di Stabilità ci sono stati solo “interventi selettivi e parziali, che creano asimmetrie di trattamento”. Presumibilmente, “in assenza di correttivi, daranno spinta a ulteriori misure parziali che sono tra l’altro molte costose”. (Fonte ansa.it)