La settimana (con numerose iniziative tutte reperibili sul sito http://www.libriamociascuola.it/sl/libriamoci/4-appuntamenti.html a cui è opportuno far riferimento per gli orari della manifestazione) trascorrerà tra letture su “Tempeste: il viaggio e il divenire” ed incontri con scrittori in Aula Magna.
Si inizierà giorno 26 con le classi quinte che incontreranno il prof. Sergio Mangiavillano che parlerà del suo libro “Singolare avventura di Leonardo e Vitaliano nella città di pietra gialla”, un’avvincente racconto della sosta nissena di Leonardo Sciascia e Vitaliano Brancati a Caltanissetta, per continuare il 28 ottobre con le classi terze che incontreranno il prof. Salvatore Farina e il maestro Nuccio Daidone, autori de “L’incredibile storia di don Turiddu u gazzusaru”. In questo contesto il maestro pasticcere Nuccio Daidone racconterà la straordinaria vita di suo padre. Si proseguirà il 31 ottobre con le classi seconde che incontreranno dr. Luigi Spitali che presenterà agli studenti il suo libro, “Oltre il volo del gabbiano”, la storia di sport e di passione della squadra di ciclismo Libertas Nemo, per continuare il 30 ottobre con le classi quarte che conosceranno Luciano Zaami, autore del libro “Derive e approdi” , un intenso racconto di viaggio in perfetta sintonia con il tema di lettura prescelto quest’anno. Il 31 Ottobre, infine, le classi prime incontreranno lo scrittore Gianni Amico che presenterà il suo libro “Il ritorno degli aquiloni”
Nell’ambito dell’iniziativa la prof.ssa Gisella Talluto ha “adottato” con la sua classe III C uno scaffale della ricchissima biblioteca scolastica per leggere fuori dall’aula, in corridoio, tutti i libri contenuti al suo interno, che saranno studiati, raccontati, recensiti dai ragazzi.
In tutte le classi, inoltre, i docenti leggeranno ad alta voce testi, scelti da ciascuno pensando proprio a quegli studenti, e sarà chiesto ai giovani di fare lo stesso, per uno scambio dinamico e costruttivo di letture che già lo scorso anno si è rivelato utile e coinvolgente, un viaggio nel libro che non sarà proustianamente un “cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi”.