In Italia i motori diesel truccati della Volkswagen potrebbero essere circa un milione. Lo ha detto il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, a margine del
meeting dei Centri di revisione auto. “Una previsione di massima indica circa un milione di veicoli coinvolti. Sono in corso controlli per verificare il danno provocato anche in Italia”, ha spiegato.
I consumatori vanno all’attacco e preannunciano una class action. In particolare, Altroconsumo ha stilato un elenco in sei punti di richieste.
Volkswagen sta comunque preparando un piano per intervenire sugli 11 milioni di auto coinvolte dallo scandalo del ‘defeat device’, il software con cui la casa automobilistica ha falsato i test sulle emissioni. Lo ha detto la stessa Volkswagen secondo l’agenzia Bloomberg. Vw contatterà “velocemente” i clienti e l’intervento sarà gratuito.
La Commissione Ue aveva avvertito già due anni fa del rischio di manipolazione dei test sulle emissioni da parte delle case automobilistiche: a lanciare l’allarme, un rapporto del 2013 del suo Joint Research Centre che evidenziava i problemi posti dal defeat device, il dispositivo al centro dello scandalo Volkswagen. Lo scrive il Financial Times, notando come né le autorità a Bruxelles, dotate di poteri limitati, né quelle degli Stati nazionali si siano attivate fino allo scandalo di questi giorni.
Suzuki mette una pietra sopra all’alleanza, mai decollata, con Volkswagen per le auto ibride ed elettriche. La casa giapponese annuncia di aver venduto la quota rimanente di azioni Volkswagen in suo possesso. Separatamente Porsche, in un’email, fa sapere di aver acquistato da Suzuki l’1,5% di Volkswagen.
Scandalo delle emissioni truccate dalla Volkswagen: il board di Volkswagen ha nominato l’ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l’addio di Martin Winterkorn: ‘Saremo all’altezza delle nostre responsabilità’. Ma il titolo registra un altro tonfo in Borsa. Intanto si registra l’inversione ad U di Bild su Bmw: non ci sono prove di manipolazioni. E l’UE corre ai ripari, dal primo gennaio 2016 cambieranno i test di omologazione. Secondo gli analisti lo scandalo potrebbe aiutare Marchionne. Il presidente della Bundesbank: ‘Compromesso il Made in Germany’. E il premier Renzi: ‘E’ una truffa, sia punita severamente’
Mueller nominato Ceo – Il consiglio di amministrazione di Volkswagen ha nominato l’ex numero uno di Porsche, Matthias Mueller, nuovo Ceo dopo l’addio di Martin Winterkorn. Volkswagen ha di fronte una “sfida senza precedenti” ma “possiamo superare e supereremo questa crisi”. Sono le prime parole del nuovo Ceo del gruppo tedesco, Matthias Mueller, che sottolinea come Vw “sarà all’altezza delle proprie responsabilità”.
Vw: scandalo è “disastro morale e politico” – Un danno enorme causato “da un piccolo gruppo”: lo dice Volkswagen al termine del cda che ha nominato il nuovo ceo Mathias Mueller. Il gruppo comunica anche che, dopo le teste cadute nei giorni scorsi, sono stati sospesi alcuni dipendenti.
Sono 2,8 milioni i veicoli circolanti in Germania coinvolti nello scandalo dei test truccati da parte del gruppo Volkswagen, e fra questi vi sarebbero anche vetture di cilindrata 1.200, inferiore a quanto finora pensato, nonché alcuni furgoni. Lo ha dichiarato il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, aggiungendo che le manomissioni sono senza dubbio “illegali”.
Svizzera blocca vendite auto ‘truccate’ – La Svizzera ha bloccato la vendita dei veicoli diesel del gruppo Volkswagen coinvolti nello scandalo dei test. Lo riporta Bloomberg citando Fedro, l’ufficio federale della viabilità elvetico. Le macchine già vendute e immatricolate non sono colpite dal provvedimento, che riguarderebbe circa 180.000 veicoli.
Auto Bild, nessuna prova manipolazione emissioni – ”Mai avuto l’intenzione di accusare BMW di manipolare i livelli di emissioni”. Così Auto Bild smentisce se stesso. La testata tedesca precisa che ”i valori rilevati delle emissioni della Bmw X3 testata non sono per nulla prova di falsificazione o dell’esistenza di un sistema di manipolazione come rilevato nei veicoli di VW”.
Weidmann, scandalo ha compromesso Made in Germany – “Non ho informazioni sullo scandalo, certamente ha compromesso il Made in Germany. E’ importante che si chiarisca presto le dimensioni di questa manipolazione”. Lo ha detto il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann parlando dello scandalo di Volkswagen.
Renzi, è una truffa, sia punita severamente – “Ne abbiamo già parlato alla cena del consiglio europeo. Io credo che come governo italiano posso dire solo una cosa: le truffe si combattono sempre, qualunque sia il colore e la nazionalità di chi le fa. Qui non siamo in presenza di un disastro ambientale ma di una truffa. l’Italia chiede che sia punita severamente”. Così Matteo Renzi.
Ue corre ai ripari, cambiano test e omologazioni – La storia ‘puzzava’ da tempo, tra emissioni inquinanti e guerra delle lobby auto e ambientali, al punto che la Commissione Ue si era già attivata per correre ai ripari. Ma non è bastato per evitare lo scandalo Volkswagen, e ora Bruxelles spinge sui 28 per un’ulteriore stretta su test e controlli sulle omologazioni auto. Innanzitutto la Commissione chiede ora che sia fatta “piena chiarezza” sui numeri delle auto ‘truccate’, e a tutti gli stati membri di avviare indagini. L’obiettivo è avere una “fotografia chiara” della situazione. Se è la Commissione che fissa limiti e regole, è infatti competenza dei 28 applicarle e farle rispettare, inclusa la comminazione di sanzioni ai produttori auto che non le rispettano. L’esecutivo comunitario ha comunque dato la sua disponibilità a coordinare le indagini nazionali. E ha quindi deciso di convocare, entro le prossime due settimane, una riunione degli omologatori dei 28. E, sempre su richiesta della commissaria al mercato interno Elzbieta Bienkowska, di discutere la questione al prossimo Consiglio Ue competitività che si terrà il primo ottobre a Lussemburgo. Da gennaio 2016 partiranno infatti i nuovi test su strada per misurare i livelli delle emissioni degli ossidi di azoto, quelli ‘truccati’ dal software sulle auto del gruppo Volkswagen. Questi, in una prima fase, saranno complementari a quelli in laboratorio, in quanto è già stato riscontrato come in generale i valori tra i due test possano divergere notevolmente. La decisione Ue risale allo scorso maggio, ma restano da definire i limiti che i nuovi test non dovranno superare e il da farsi sul fronte dell’omologazione quando i test su strada e in condizioni reali di guida non coincidono. Da qui l’appello di Bienkowska ai 28 per “trovare rapidamente un accordo sulle misure finali necessarie”. Date le carenze emerse, un’altra delle opzioni su cui sta riflettendo Bruxelles è la revisione del sistema di omologazione, magari con la creazione di un’unica autorità indipendente europea. I software ingannevoli sono invece già stati vietati dal 2007 con il regolamento Euro 5 e 6. (Fonte ansa.it)