Morire a tre anni

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Un soldato turco porta via il corpo del bambino dalla battigia. Per cristiana pietà preferisco mostrare la foto nella quale, mani pietose raccolgono quel corpicino arenato sulla spiaggia, come se quelle mani fossero quelle di Dio stesso, che raccolgono quelle spoglie mortali per salvarle dagli insulti dell’egoismo.

CALTANISSETTA – Mentre i nostri figli, i nostri bambini, si recano sulla spiaggia per godere degli ultimi giorni di vacanza prima della ripresa scolastica, un altro bambino di tre anni viene ripreso, in un differente angolo della terra, che poteva benissimo essere quella di Lampedusa, sdraiato sulla battigia, con una semplice maglietta rossa e scarponi che non indicano un abbigliamento vacanziero. Quel bambino che, giustamente, i quotidiani di tutto il mondo hanno pubblicato in prima pagine, non dormiva, non si stava riposando dopo un pranzetto al bordo di una spiaggia; quello che ci è stato mostrato era, brutalmente, il cadavere di un bimbo di tre anni, annegato in una delle tante traversate finite in tragedia.
Ma perché un bambino di soli tre anni, che abbiamo visto, pietosamente, solo di spalle, come se un sonno improvviso lo avesse carpito ? Esiste un perché a cui dare una risposta ?
Quando arriverà la mia ora voglio chiedere al Padreterno, perché ?
Forse per scuotere le coscienze intorpidite dall’egoismo ? Ma non si possono scuotere le coscienze sulla pelle di un innocente; e di tanti innocenti; non si possono scuotere le coscienze quando l’egoismo sollecita misure punitive per scoraggiare anche la speranza.
Non posso non rivolgermi a quel 16% di italiani che costituiscono lo zoccolo duro dell’avidità che non riconosce ai più bisognosi il diritto di sperare; pilotati da sciacalli che speculano sulle altrui disgrazie, pur di guadagnare quei consensi che li porterebbero nelle stanza del potere e dei bottoni, da trasformare in stanza dei bottini.
Quale altro sentimento avrebbe potuto animare i genitori di quel bimbo a condurlo in una avventura mortale se non la speranza. Anche il fratellino di cinque anni non arriverà mai alla sospirata meta, morto che lui in quelle acque; così muore anche la speranza, mentre gente ignobile auspica misure ancora più severe a tutela del proprio orticello. Si tratta della medesima gente che all’arrivo di un piovasco sulle loro case costruite abusivamente sul greto di un fiume, che ha provocato vittime annunciate, invocano solidarietà e immediati aiuti economici, la stessa solidarietà e gli stessi aiuti che negano nella folle esaltazione del proprio egoismo.
Rosario Amico Roxas

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  • sono stato sempre pro-accoglienza e provo sdegno verso chi usa la morte di questo povero innocente (e degli altri caduti nei mesi e negli anni scorsi) per fomentare il razzismo ma a mio avviso non bisogna farsi condizionare dall'emotività del momento. Vedere questa foto è stato come ricevere un pugno in pancia, ti toglie il respiro e la mente vola subito al tuo bambino che dorme pacificamente nella tua camera da letto ciricondato dall'amore di mamma e papà. Ma questo non significa che le frontiere debbano essere aperte incondizionatamente. Un'equa distribuzione dei migranti in europa (e mi sembra si stia andando in questa direrzione) è una buona premessa ma non dimentichiamoci che dobbiamo sapere chi sta entrando nel nostro terrirorio: i migranti devono essere identificati, con certezza, perchè il rischio che fra i disperati si mischino soggetti che disperati non sono è elevato. E per questo ci vuole inevitabilmente del tempo; non possiamo pretendere di chiedere le generalità e basta,
    Inoltre l'accoglienza anche nei confronti di chi fugge dal proprio paese non per motivi bellici ma economici (nordafricani in primis), in questo momento, a queste condizioni, non si può sostenere. In altri periodi si potevano accogliere tunisini, marocchini, algerini che venivano in Italia in cerca di occupazione ma di fronte alla massa spaventosa di gente proveniente dal medioriente in fiamme a mio avviso non c'è posto per altri. La migrazione deve comunque essere controllata, non può avvenire indiscriminatamente, sia per motivi di sicurezza sia per meri motivi di sostenibilità economica.
    I morti di Palagonia sono sullo stesso piano di questo angelo.
    Non concordo con chi gioca alla caccia al "negro" ma non concordo nemmeno con chi, in virtù di qua tristissima immagine, dice "ok, allora entrate tutti".

    Una considerazione finale: quando l'occidente attaccò l'Iraq di Hussein e in generale le dittature mediorientali si disse che fu un comportamento guerrafondaio (e lo fu effettivamente visto che si truccarono i rapporti sulle armi chimiche a disposizione del Rais per giustificare l'intervento); ora che non si interviene in Siria, perchè sembra facile dire andiamo e deponiamo Assad e mentre che ci siamo sterminiamo pure l'isis, si dice che l'occidente è egoista.
    In medio stat virtus?

  • Bellissimo articolo e condiviso pienamente. Purtroppo gli italiani e peggio ancora i siciliani ci siamo scoperti razzisti e intolleranti. C è da affiggere quella foto orrenda, nel suo contenuto nei muri a palagonia per comprendere che quel migrante è solo un criminale per aver fatto una cosa orrenda. Ma criminali ce n è a iosa..italiani, tedeschi, inglesi ma nn si può criminalizzare una intera razza!!

    • ingrasciotta ....ogni giorno in palestina muoiono bambini ...e tu non ne sai nulla ! perche non ci fanno sapere e vedere nulla!!!!!!
      occhio alle strumentalizzazioni !!!!

    • sono d'accordo, però forse a Mineo quello che la gente che vive lì intorno sente è la totale incontrollabilità di una comunità (si parla di tre mila extracomunitari ospitati) che numericamente è come se fosse spuntato dal nulla un paesino a fianco agli altri.
      Se il centro fosse stato debitamente controllato, se gli ospiti avessero percepito la forza dello Stato nel perseguire i reati, se si fosse in generale precepita la presenza dello Stato attraverso le forze dell'ordine (parliamo di tre mila persone libere di muoversi a piacimento) forse la tragedia di Palagonia sarebbe accaduta lo stesso ma sarebbe stata vissuta come il gesto folle, drammatico del singolo, ma dato che si percepisce una generale impunità e uno scarso controllo del territorio ecco che l'atto dello sconsiderato finisce per essere l'atto di un'intera massa di persone.

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