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Mattarella a Caltanissetta: il racconto. Dal Tribunale a Gessolungo, la fotogallery

Redazione

Mattarella a Caltanissetta: il racconto. Dal Tribunale a Gessolungo, la fotogallery

Ven, 25/09/2015 - 20:11

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Mattarella a Caltanissetta (110)CALTANISSETTA – Il presidente Sergio Mattarella è scesa dalla luccicante Thema Presidenziale alle 16.06. Ad accoglierlo, presso l’ingresso secondario del Palazzo di giustizia del capoluogo nisseno, il governatore Rosario Crocetta, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il sindaco Giovanni Ruvolo, il Prefetto Maria Teresa Cucinotta, il presidente della Corte d’Appello Salvatore Cardinale e il procuratore Sergio Lari. Dopo i saluti di rito, il presidente si è diretto presso l’aula Magna per presenziare alla cerimonia di commemorazione dei giudici Antonino Saetta e Rosario Livatino. Prima di dare il via alla commemorazione, nel corridoio che conduce all’aula, e’ stata scoperta una parete dove sono riportati pensieri e riflessioni di alcune vittime della violenza mafiosa, e tra queste ci sono alcune parole dette da Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica, che fu assassinato dalla mafia nel 1980 quando era presidente della Regione Sicilia; nella stessa parete anche le parole dette da Papa Giovanni II. – Il presidente della sezione nissena dell’Associazione nazionale magistrati Fernando Asaro ha aperto la cerimonia di commemorazione dei giudici Antonino Saetta e Rosario Livatino, nell’aula magna del Palazzo di giustizia di Caltanissetta intitolata ai due magistrati ucciso dalla mafia e alla quale sta partecipando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Asaro, dopo aver salutato il presidente Mattarella e i familiari del giudice Saetta, ha detto:”Questa non è una passerella delle vanità, ma un momento di riflessione sull’esempio dei due magistrati uccisi dalla mafia attraverso l’esempio delle loro vite e dei loro provvedimenti. Hanno trattato i processi per quello che erano: l’accertamento dei fatti contestati all’imputato basta, senza cercare personalismi e stando lontani dai centri di potere. Li abbiamo conosciuti dopo la loro tragica fine, prima erano solo uomini, magistrati, padri, mariti e figli”.

Poi è stata la volta del messaggio fatto pervenire dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando. “Voglio esprimere il mio piu’ vivo apprezzamento per questa iniziativa e la personale vicinanza ai magistrati degli uffici di Caltanissetta cosi’ impegnati nell’esercizio della giustizia”. Dopo è stato il e il presidente della Corte d’Appello Salvatore Cardinale ad omaggiare la memoria dei due magistrati uccisi. Sergio Lari, Procuratore Generale di Caltanissetta, ha iniziato il suo messaggio ricordando le ultime parole pronunciate dal giudice Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre 1990. “Cosa vi ho fatto, picciotti?”. Lari ha ricordato che Livatino “svolgeva il suo lavoro con entusiasmo. Fino al suo ultimo respiro – ha detto Lari – e’ stato incapace di maledire coloro che lo privavano della sua vita, manifesto’ solo il suo stupore. Il magistrato, diceva Livatino, non deve offrire un’immagine austera, ma di persona seria, responsabile comprensiva e umana, capace di condannare e di capire”. Lari ha citato anche la definizione”giudice ragazzino” data dall’allora capo dello Stato Francesco Cossiga ai giovani magistrati. “Lontano dai centri di potete, è stato un modello di magistrato in cui anche noi cerchiamo di riconoscerci. Alla cerimonia è intervenuto anche Maurizio Carbone, segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, che ha onorato le donne e le uomini che hanno pagato la vita la lotta alla mafia e per la difesa e la legalità. “La memoria del loro impegno – ha evidenziato Carbone – costituiscono ancora oggi un richiamo al senso di responsabilità”. Al termine della cerimonia, Mattarella è uscito dal Tribunale, utilizzando l’ingresso principale; ad omaggiarlo ed applaudirlo, tanti nisseni ed una folta rappresentanza di bambini.

11037882_10206987744039630_8552713626346790237_nIl presidente si è diretto al Cimitero dei Carusi, in contrada Gessolungo, , vicino a quel che resta di una miniera. Li’, uno scoppio di grisou, nel novembre del 1881, uccise 66 minatori e tra loro anche 19 bambini rimasti senza nome. Ad accoglierlo gli alunni delle scuole elementari nissene, con bandierine tricolori e striscioni con le scritte: “Un uomo senza memoria è un uomo senza futuro”. Dopo aver salutato i piccoli, il presidente si è intrattenuto con molti dei sindaci del nisseno che erano presenti. Il Capo dello Stato e’ andato al Cimitero dei Carusi per deporre una corona d’alloro ed ha anche lasciato un messaggio: “Dopo aver reso omaggio a chi lavorando è morto e ai bambini sfruttati per sottolineare la loro dignità”. Il Presidente, che ha sempre tenuto un contegno inappuntabile, durante la sua visita a Caltanissetta, al termine della cerimonia presso il cimitero dei carusi, era visibilmente emozionato; partecipe emotivamente di un dramma della terra siciliana, la sua terra.