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Il sindaco Ruvolo non legge il discorso al presidente Mattarella: il Quirinale autorizza solo la consegna. Ecco il testo

Redazione

Il sindaco Ruvolo non legge il discorso al presidente Mattarella: il Quirinale autorizza solo la consegna. Ecco il testo

Ven, 25/09/2015 - 23:53

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imageCALTANISSETTA – Il sindaco Giovanni Ruvolo durante l’incontro col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel sacrario della miniera di contrada Gessolungo ha consegnato al Capo dello Stato il testo del suo intervento programmato che di seguito si trasmette.

“Signor Presidente, è con sincera e viva commozione che condividiamo con Lei il forte simbolismo di questo luogo, ricco di storie e di valori, ma anche di sofferenza e tribolazione.

Qui, in questo monumento che ricorda il sacrificio dei nostri Carusi, ritroviamo la Sicilia, terra di grande energia e di dolore per quel che poteva essere e non è stato.
Proprio come le giovani vite spezzate in tenerissima età nelle miniere, oggi più che mai la Sicilia ha bisogno di mani sicure e amorevoli che se ne prendano cura per garantirle un avvenire meno precario e incerto di quello presente.

Avvertiamo forte un desiderio di speranza che attraversi tutta l’Isola e in modo ancora più pregnante queste zone del nisseno, anche nel sottosuolo ricche di storia e di meraviglia.
Non chiediamo nulla più di quanto ci spetta: vogliamo solo gambe solide per correre e prendere in mano finalmente il nostro destino nella legalità, rigettando ogni cinica violenza e sopraffazione che portano solo miseria e povertà.

Non evochiamo né favoritismi né piagnistei, auspichiamo solo le stesse opportunità di tanti altri luoghi dell’Italia, una e indivisibile.

La Sua Presenza in questa terra, Signor Presidente, è la migliore garanzia per dare coraggio ai tanti, soprattutto giovani, che talvolta si lasciano sopraffare dallo scoramento: a loro va detto, con voce sicura, che solo uniti possiamo farcela a risalire la china, a trasformare le difficoltà in opportunità, a continuare a credere che un futuro di libertà dal bisogno è ancora possibile.

Abbiamo le risorse morali, le intelligenze, la forza per farlo ma occorre scrivere una nuova pagina in cui i cittadini, quelli autenticamente liberi e forti, siano messi in condizione di partecipare e sottoscrivere un nuovo Patto di fiducia con lo Stato nelle sue varie articolazioni.

Certo, spetta a noi fare il primo passo. La presenza qui di tutti i sindaci è la testimonianza concreta di voler fare sistema, superando le vecchie logiche dell’individualismo e del campanilismo perché crediamo fermamente nella Sua sperimentata sensibilità; nel grande sentimento di amore che Lei ha sempre mostrato per questi territori che hanno ripreso a camminare e, ora, vogliono rimanere agganciati a un’Europa segnata dalle veloci trasformazioni di questo nostro tempo.

Siamo territorio di frontiera, signor Presidente: lo siamo in tutti i sensi, non solo perché qui accogliamo le migliaia di profughi che ogni giorno transitano da questo Centro del Mediterraneo, ma per il miscuglio di sensibilità e interessi contrastanti che qui convivono.

Lo siamo ancora di più, a Caltanissetta, cuore pulsante di questa Isola che per le sue talvolta amare contraddizioni, è tutto e niente contemporaneamente.
Ma è qui la nostra vita; la consapevole fiducia e la ragionevole speranza di chi crede che studiando, lavorando e crescendo, nel segno dell’Innovazione e del Merito, si possa realizzare un autentico sviluppo e il vero cambiamento: perché se cambia la Sicilia, cambia l’Italia intera.
Noi ci siamo!”

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