UNO SLAM CHE VALE … LA TOP TEN – La Pennetta è così diventata la seconda azzurra a vincere un trofeo Slam dopo Francesca Schiavone, trionfatrice al Roland Garros del 2010. E da lunedì Flavia tornerà tra le top ten, lei che nell’agosto del 2009 era stata la prima italiana di sempre ad abbattere il fatidico muro: occuperà l’ottava posizione. Per lei quello di New York è stato l’undicesimo successo nel circuito mondiale Wta, su 25 finali disputate.
CRONACA DI UN DERBY – Si conoscono da una vita, nel senso letterale del termine, eppure Flavia e Roberta passano i primi game ognuna a studiare le mosse dell’altra. Anche se la Pennetta appare un filo più contratta rispetto alla sua rivale. Entrambe tengono con una certa tranquillità i propri turni di servizio. Fino al quinto, interminabile game, quando Flavia strappa la battuta a Roberta alla settima palla-break. La brindisina prende coraggio, gioca un game quasi perfetto tirando tra l’altro un rovescio lungo linea da antologia, un ace ed un drop-shot, e sale 4-2. La tarantina prova a scuotersi e nell’ottavo gioco, alla prima chance, mette a segno il contro-break riagguantando la Pennetta sul 4 pari, dopo che quest’ultima ha sprecato tre opportunità di chiudere il game in proprio favore. I giochi consecutivi per la Vinci diventano tre e c’è il sorpasso: 5-4. Un set tanto equilibrato, giocato piuttosto bene da entrambe non può che concludersi al tie-break che Flavia si aggiudica per 7 punti a 4. La Pennetta sembra sempre più centrata, fa le scelte giuste senza rischiare più del dovuto: nel secondo parziale il break in suo favore arriva al secondo gioco con Flavia che di slancio vola sul 3-0 dopo aver salvato una palla per il contro-break. Si addensano le nubi sull’Arthur Ashe Stadium, e solo il vento tiene lontana la pioggia. Roberta prova a reagire (magari una sospensione potrebbe aiutarla) ma sembra avere le idee poco chiare su come fare. Nel quarto gioco la tarantina concede altre due palle-break: salva la prima con un diritto lungo linea ma sulla seconda è 4-0 Pennetta. Nel quinto gioco la Vinci può recuperare uno dei due break di svantaggio e non si lascia sfuggire l’occasione, rimontando poi fino al 2-4. Flavia accusa un po’ la tensione del momento ma sale comunque 5-2 e poi chiude 62, aggiudicandosi il sesto confronto su dieci con Roberta e, soprattutto, un fantastico trofeo Slam.
NEW YORK, I LOVE YOU – Vincere gli Us Open per Flavia è stato il coronamento di un amore con New York che lei non ha mai nascosto. Sul cemento di Flushing Meadows la Pennetta vanta, oltre al trofeo appena conquistato, la semifinale del 2013 e ben quattro piazzamenti nei quarti (2008, 2009, 2001 e 2014). Battendo la Vinci in finale la brindisina, seguita dal coach spagnolo Salvador Navarro, ha chiuso nella modo più bello le due settimane migliori della sua vita sportiva, in un torneo dove strada facendo ha battuto Gajdosova, Niculescu, Cetkovska, Stosur (campionessa del 2011), Kvitova (n. 5 Wta) ed Halep (n. 2 Wta), lasciando per strada solo tre set. La Pennetta, che tre anni fa in questo stesso periodo era in convalescenza da un’operazione al polso destro che avrebbe anche potuto significare ritiro definitivo, si gode ora il successo più bello.
Quelle di Flavia e Roberta rappresentavano la quarta e la quinta presenza in una finale Slam per una giocatrice italiana, dopo il successo al Roland Garros di Francesca Schiavone nel 2010 e le finali ancora della Schiavone e di Sara Errani ottenute sempre sulla terra parigina, rispettivamente, nel 2011 e nel 2012. Un torneo meraviglioso per il tennis tricolore, probabilmente irripetibile. Sicuramente indimenticabile. (di Tiziana Tricarico, fonte federtennis.it)