CALTANISSETTA – Il fatto di violenza che ha scosso la calma di una caldissima estate nissena nel nostro corso Umberto I, oltre a porre ancora una volta i temi dell’immigrazione e dell’integrazione nella nostra piccola comunità (che per la verità appare grande solo per i problemi), ci riporta ancora una volta al grande inganno della verità filtrata che ogni giorno ci viene proposta per giustificare, volta per volta cosa non ha funzionato. Era notizia della settimana scorsa l’ennesimo sgombero di immigrati bivaccanti nell’ormai irriconoscibile centro sportivo di pian del lago, ed ecco presentarsi un episodio di violenza, che grazie all’intervento delle forze dell’ordine non è degenerato nell’irreparabile. Ed ecco ancora una volta, il nostro sindaco, che invece di chiedere con urgenza la convocazione di un comitato di ordine e sicurezza pubblica per affrontare la situazione, che proprio durante il suo governo, per caso o per sfortuna sta divenendo insostenibile, che fa? Affida agli organi di stampa un comunicato dove annuncia di aver telefonato alla vittima e promette di telefonare al prefetto per discutere della “cosa”,’anzi, dell'”evento accidentale” come lo ha definito. Il tutto con un atteggiamento deformalizzato di chi può permettersi di ostentare onnipotenza, ma che in realtà è il rappresentante di una delle comunità più deboli di Europa. Ed ancora una volta cerchiamo di fare un po di chiarezza nella ghirlanda delle gemme dei termini altisonanti quali integrazione, città multietnica spesso sfoggiati dal nostro primo cittadino, per nascondere in realtà ghettizzazione, esclusione sociale e malsano disordine. E che dire del tanto declamato salotto buono dei corsi Vittorio Emanuele e corso Umberto restaurati, che contaminati di liquidi fisiologici e deiezioni animali, sono addirittura il tappeto dove si nasconde la polvere di ciò che ci sta dietro, e ci riferiamo principalmente al quartiere provvidenza, dove abitano sine titolo, migranti irregolari in fabbricati pericolanti, dove la sacrosanta sostituzione con abitazioni decenti, iniziata da chi lo ha preceduto viene bloccata con il pretesto di salvare improbabili testimonianze storiche, ormai soffocate sotto cumuli di rifiuti e macerie. È questa la città di Caltanissetta. Non è compito nostro individuare strategie e soluzioni, ma siamo certi che il rimedio non è mettere la testa sotto la sabbia e minimizzare a vantaggio di sempre più inverosimili campagne di marketing politico.
A proposito d’integrazione a Caltanissetta: l’astronauta Ruvolo torni sulla terra
Dom, 06/09/2015 - 12:13
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