Abbiamo iniziato a famigliarizzare con questo stile con qualche film ambientato in uno tanti cottage inglesi (la tipica residenza di campagna di oltre manica), poi lo abbiamo visto sbarcare da noi all’interno di più di un agriturismo volutamente in stile, fino a vederlo “trionfare” letteralmente come cifra stilistica secondo cui vengono organizzati matrimoni ed eventi in genere, e adesso siamo in piena “shabby chic mania” anche per la casa.
È infatti esplosa la richiesta anche da parte singoli privati e di famiglie di mobili e di pezzi di arredamento di design in stile shabby chic sia sui grandi portali specializzati in arredo come questo, sia nei negozi tradizionali.
Ma cerchiamo innanzitutto di capire di cosa si tratta quando parliamo di stile “shabby chic”. La definizione che ne dà Wikipedia è quella di una forma di design di interni in cui la mobilia ed anche tutti gli accessori vengono scelti per il loro aspetto “usurato”, antico.
Una definizione un po’ secca ma certamente indicativa di quello che effettivamente è lo shabby chic, uno stile che, volendo ridurre un po’ tutto il discorso ai minimi termini, è basato su tre punti cardine che sono: il legno (anche se questo non è sempre un must, e vedremo perché), il bianco (e questo invece un must lo è) ed i fiori.
Vediamo in dettaglio come questi tre punti cardine dello stile shabby chic finiscono poi per declinarsi nelle attuali tendenze di arredamento per la casa.
Partiamo dal legno. Questo materiale è l’ideale per lo shabby chic perché meglio di altri si presta a processi di finto invecchiamento. Come funziona? Prendiamo una sedia, una mensola o addirittura una porta realizzata in legno: ebbene se la si volesse reinventare in stile shabby chic dovremmo colorarla di bianco e poi attraverso un lavoro specifico di attrezzi e solventi andare a trattarla in modo da darle un finto aspetto usurato.
Ovviamente questo lavoro può essere fatto da se, oppure può essere tranquillamente evitato acquistando rispettivamente sedie, mensole e porte in stile shabby chic già belle che pronte.
Come anticipato però il legno non è sempre un must. Molte realizzazioni, soprattutto per gli accessori, preferiscono il metallo; pensiamo ad esempio alle lanterne in stile shabby chic che ormai è possibile trovare davvero dappertutto. Anche qui, come per il legno, il designer va nella fase finale della realizzazione a “rovinare” volutamente il pezzo in metallo per dargli un’aria “usurata”.
Il secondo punto cardine dello stile shabby chic è il bianco. Su questo aspetto prettamente cromatico, a differenza di quanto visto invece prima per i materiali, non esistono grosse variazioni sul tema. Il bianco domina la stragrande maggioranza delle creazioni di questo stile, che si tratti di mobili, delle piastrelle o del parquet con cui viene realizzato il pavimento di una stanza, o degli accessori con cui la stessa stanza viene adornata.
L’utilizzo del bianco deriva dalle origini dello stile shabby chic, i cottage inglesi, in cui l’utilizzo di tale colore è funzionale a dare maggior luminosità agli ambienti interni che certo non possono beneficiare della luce solare tipica delle nostre case di campagna.
Infine il terzo punto cardine tra quelli anticipati, i fiori. Li si trova sia nella loro forma reale (ovvero fiori veri), ovviamente all’interno di vasi spesso ricavati all’interno di barattoli in latta rigorosamente bianchi, sia come base decorativa di cuscini, lenzuola e tovaglie. Le colorazioni tipiche dei fiori utilizzati in ambito shabby chic vanno dal rosa fino al viola scuro passando per il rosso ed il fucsia.