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Serradifalco. Appello ai serradifalchesi dell’arciprete don Giovanni Galante: “Occorre fare qualcosa per la riapertura della Madrice”.

Redazione 1

Serradifalco. Appello ai serradifalchesi dell’arciprete don Giovanni Galante: “Occorre fare qualcosa per la riapertura della Madrice”.

Mar, 11/08/2015 - 18:22

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Serradifalco-madriceSERRADIFALCO. Appello dell’arciprete don Giovanni Galante per la copertura economica integrale degli interventi per la sistemazione della Chiesa madre chiusa dallo scorso mese di giugno per problemi, oltre che di copertura, anche di staticità. “Bisogna fare qualcosa tutti per la riapertura della Madrice; un’attenta analisi, condotta dall’ing. Salvatore Vancheri, dall’arch. Sergio Lattuca e dai loro collaboratori, ha permesso di stabilire quali interventi occorre eseguire con urgenza al fine di scongiurare potenziali crolli con gravi e irreparabili conseguenze; i costi per eseguire i necessari interventi strutturali urgenti sono stati calcolati in 162.000 euro”. L’arciprete ha detto che il vescovo di Caltanissetta Mario Russotto si è attivato inoltrando istanza alla Conferenza episcopale italiana per ottenere, dai fondi dell’8 per mille, un finanziamento del 50% dell’importo complessivo. “Il restante 50 per cento (81 mila euro) dovrà gravare sulla parrocchia che non dispone di simili risorse- ha precisato – per questo rivolgo un appello a tutti i serradifalchesi, vicini e lontani, a tutti i livelli, pubblico e privato, ad assumersi insieme l’impegno di farsi carico e trovare i modi di affrontare un onere che individualmente pare schiacciarci; insieme ce la faremo; la Madrice appartiene a tutti, è l’orgoglio della nostra comunità, punto di riferimento imprescindibile per il riconoscimento della nostra identità religiosa e culturale. L’impegno per la sua riapertura merita pertanto qualunque sacrificio”. L’arciprete ha poi chiarito che “siccome occorre eseguire urgentemente i lavori di messa in sicurezza non solo per la riapertura della chiesa ma anche per evitare catastrofici crolli, pur in assenza di risorse economiche e di un riscontro formale positivo della Cei, si è deciso di dare comunque corso ai lavori; per lo scopo sono state interpellate le imprese locali “Calì Antonio” e “Arte costruzioni di Davide Migliore” che dimostrando particolare sensibilità, hanno fornito la propria diponibilità a eseguire i lavori e ad attendere per i relativi pagamenti il tempo che sarà necessario per conseguire le risorse finanziarie”. Infine, ha detto che 1000 euro ognuno si sono impegnati a versare, sul conto corrente aperto allo scopo nella Banca del nisseno, il vescovo di Coxim Antonino Migliore ed un amico che vive in Svizzera.

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