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Ravanusa, alla Suora diventata un mito alla giuda del pulmino, conferita cittadinanza onoraria

Redazione

Ravanusa, alla Suora diventata un mito alla giuda del pulmino, conferita cittadinanza onoraria

Mar, 18/08/2015 - 08:47

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11830284_945256192192912_792174043_nRAVANUSA ( scritto da Silvio D’Auria ) –   Dal suo arrivo nel 1964 ai commenti su “Facebook” dopo la cittadinanza onoraria conferitale dal Sindaco di Ravanusa. “Sono ravanusana da sempre. Dove sta la novità?     E quel “mò” che la tradisce ancora.

–   Inverno 1964: l’arrivo a Ravanusa

Inverno 1964. Le cronache del tempo ci dicono che l’intera penisola è nella morsa della stagione più fredda degli ultimi vent’anni. Stazione Ferroviaria di Ravanusa-Campobello, dalla Toscana arriva a Ravanusa un’esile ragazza in tonaca nera della Congregazione “Suore Apostole del Sacro Cuore”. Infreddolita ma temperamento passionale come tutta la gente del sud. Ha appena trent’anni, fisico minuto quasi inghiottito dall’abito sacro che indossa e negli occhi chiari uno sguardo vivace e astuto. Un marcato accento campano che ostenta carattere intraprendente e decisionista e al tempo stesso materno e protettivo. Non è una delle tante che qui rimarrà per poco. La giovane Suora palesa subito l’intenzione di mettere radici in questa difficile realtà di provincia. A prescindere dai rapporti futuri che riuscirà ad avere con la gente del posto, è sicura che presto da educatrice si occuperà dei suoi figli. Di una buona parte di essi. E il tempo le darà ragione, per 50 anni più o meno. Ha preso “voti” per dedicare la sua vita a Dio mentre in lei predomina la consapevolezza che la vocazione è soprattutto per i bambini. Quella sparuta trent’enne di allora, arrivata con la littorina delle ferrovie in abito talare scuro, altri non è che Suor Andreina al secolo Maria Finelli.

 

–   Dai “voti” dalle Suore a Napoli all’Asilo “di lì cannuleddra” a Ravanusa

Classe 1934, nata a Castelvetere in Val Fortore in provincia di Benevento, centro con poco più di mille anime non distante da Campobasso. Dopo il Noviziato prende i “voti” dalle “Suore Apostole del Sacro Cuore” di Napoli, Congregazione fondata da Madre Maria Gargani nel 1936 dopo che le fu donata una Villa da un medico di Capodimonte perché accogliesse bambini bisognosi di assistenza materiale e spirituale. La missione di Suor Andreina inizia a vent’anni in un orfanotrofio a Cerignola (Fg), poi aggregata ad un Istituto di Suore a Isernia. E’ stata a servizio di Enti religiosi per bambini orfani in Toscana prima di arrivare in provincia di Agrigento per decisione della Superiora della Congregazione. Era il 20 gennaio del 1964. Un anno prima Mons. Angelo Noto e sua sorella, Suor Vittorina, avevano donato alla “Suore Apostole del Sacro Cuore” la grande casa paterna di Via Matteotti perché diventasse “Istituto Santina Noto” dove, nel tempo, si avvicendarono centinaia di Consorelle tra cui Suor Gloria, diventata poi Madre Generale, e Madri Superiori: da Suor Celeste a Suor Michela, da Suor Gertrude a Suor Alfonsina. Sin dall’inizio l’Istituto religioso fu a servizio della vicina Parrocchia “Santa Croce” a beneficio dei rioni “Testasecca” e “Lazzaretto” allora periferico e poverissimo quartiere esteso a nord della Chiesa. Di lì a poco le Suore, tra queste Suor Andreina, iniziarono ad occuparsi dei bambini “rubati alla strada” e ospitati alla meno peggio nell’edificio dell’“ex Stallone Comunale” di via Montebello, per dodici anni. Ma è nel 1974, grazie ai finanziamenti delle Regione, che viene costruito un nuovo edificio in C.da “Lazzaretto” su un terreno donato dallo stesso Mons. Noto. E quell’esile Suora dall’istinto materno realizza così il suo sogno: una moderna Scuola Materna per continuare adeguatamente a prendersi cura dei bambini di Ravanusa come fossero suoi figli. Un Asilo all’estremità del paese, in “alto” a via San Vito “a lì cannuleddra”. E’ qui che consolida il suo legame con migliaia di famiglie. Da prova, se ancora ce ne fosse stato bisogno, della sua amorevole passione per i più piccoli. Suora-educatrice per antonomasia dentro e fuori la nuova struttura per l’infanzia, ai tempi all’avanguardia, battezzata subito come “l’Asilo di Suor Andreina” (non poteva essere altrimenti!) resa fruibile allo scopo dal 1976.

Ma con il passare del tempo prevalgono altre esigenze. Dopo il frequente ricorso delle famiglie alla Scuola Materna Comunale a cui si aggiungono le ormai rare vocazioni monastiche e la non più giovanissima età di Suor Finelli, nel 2006 “l’Asilo di Suor Andreina” è costretto alla chiusura.

 

–   “Mamma di tutti”, un mito alla guida del pulmino “Fiat 850-T”

L’ingresso esterno dell’Asilo, che si intervalla tra gli alberi di mimose a poche decine di metri “di lì cannuleddra”, da quell’anno viene definitivamente precluso agli utenti in età prescolare ma in trent’anni è stato attraversato a da migliaia di bambini bordo del pulmino. In quell’edificio restano conservati indelebili ricordi d’infanzia di una buona parte di ravanusani. I primi anni della loro vita trascorsa a udire tutte le mattine la sonora voce della Suora con quella cadenza mista tra il campano, il pugliese e un pò il “rivinusaru” (ma solo un poco) perché nata in Val Fortore, la Valle che si impone al confine tra Campania, Molise e Puglia. Suor Andreina, dotata di forte istinto materno, a Ravanusa è stata la baby-sitter del tempo, affettuosamente chiamata la “mamma di tutti”. Amata par la sua indole materna e qualche volta temuta per il suo rigore educativo come i protocolli scolastici del tempo suggerivano, è stata punto di riferimento di bambini intanto diventati adulti dai quali è considerata ancora oggi una “seconda madre”. Apparentemente burbera, in realtà propensa al dialogo e disponibile, si è interessata anche della crescita spirituale di giovani educande, delle studentesse dell’Istituto Magistrale di Ravanusa che frequentarono l’Istituto “Santina Noto” per alcuni anni. Donna dinamica, senza mai stancarsi per anni giudò per le strade di Ravanusa il celebre pulmino “Fiat 850-T”  grigio  (negli anni ’70 e ‘80) sostituito poi dal più moderno “Iveco Daily”  giallo  (negli anni ’90) per raggiungere gli angoli più remoti del centro abitato e accompagnare, dalle loro abitazioni al “suo” Asilo, i piccoli a lei affidati dai genitori. Infaticabile,

in poco tempo e per tantissimi anni, divenne un “istituzione”, un vero e proprio “mito” alla guida del “suo pulmino” per le vie Ravanusa.

Energia e passionalità, un temperamento che, nell’immaginario collettivo del tempo, rappresentano lo stereotipo del prete più che della monaca.

– Il breve trasferimento e la cittadinanza onoraria il 25 luglio scorso

Nel settembre del 2003, per la prima volta dal suo arrivo, lascia Ravanusa per trasferirsi in un’altra sede della Congregazione. L’obbedienza la porta a venticinque chilometri dalla capitale, a Villalba di Tivoli. Ma dopo pochi anni, nel 2006, ritorna all’”Istituto Santina Noto” dove era arrivata quarantadue anni prima. Oggi si dedica all’attività di Catechista nella vicina Parrocchia “Santa Croce” con autorevolezza e allo stesso tempo con spirito di servizio curando la fede dei giovani parrocchiani da qualche giorno suoi “paesani”…  Infatti, dai documenti anagrafici adesso a Suor Finelli “appartiene” anche un’altra Valle, quella del Salso. E a buon diritto! Perché sabato 25 luglio le è stata conferita dal Sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, la cittadinanza onoraria durante una cerimonia nella stessa Parrocchia. Una vera e propria festa in cui è apparsa visibilmente emozionata, con il fisico meno esile che adesso le riempie la tonaca chiara che indossa contrariamente a quando arrivò in littorina, nel 1964. Ma nei suoi occhi lo stesso sguardo di sempre, vivace e astuto che testimonia l’indole rimasta immutata: materna e protettiva.  Stessa cadenza e stessa passionalità con cui iniziò a farsi conoscere in quel freddo inverno di 51 anni fa.

– I commenti sul social network dopo le foto della cerimonia

Com’era facile prevedere la comunità virtuale, del social più seguito, ha accolto con entusiasmo la notizia della “cittadinanza ravanusana” conferita a Suor Andreina. Post di ringraziamento, riconoscenza e ricordi d’infanzia, testimoniati degli utenti legati a questa straordinaria donna, hanno fatto seguito ad alcune delle foto della cerimonia pubblicate su “Facebook”. Per brevità eccone alcuni:

-Luigi A.: “La mia indimenticabile Suor Andreina. Una grande!” -Elia C.: “E’ sempre nei nostri cuori! Siamo cresciuti con lei!” -Caterina F.: “Bella iniziativa del Sindaco, ha dedicato la sua vita a Ravanusa. Auguri”.                           –Mariaelena T.: “Una donna senz’altro meravigliosa, grazie Suor Andreina” -Alberto G.: “Grazie di cuore Suor Andreina!” -Luisa D.: “La chiamavo mamma, avevo solo due anni e mezzo. T.v.b.” -Salvatore T.: “Sorridente come sempre, sei stata la mia seconda mamma. Finalmente dopo almeno 36 anni la rivedo in foto, sono felice!” -Giusy S.: “Donna straordinaria, le sono molto grata, Suora!” -Zina G. “Sei stata la : mamma che tutti avremmo voluto. Grazie di tutto!” -Angelo A.: “Cittadinanza meritata, grazie!” -Rossella Alice T.: “La ricordo con tanto affetto per i suoi principi educativi e soprattutto per la sua bontà d’animo e la devozione per noi bambini dell’asilo. Sono contenta per questa iniziativa del Sindaco” -Giovanni M.: “E’ il minimo che le si poteva riconoscere. Ha cresciuto intere generazioni di ravanusani” -Giovanna Maria T.: “Grande Suor Andreina e bravo il Sindaco!” -Carlo M.: “Il pulmino giallo che passava a prenderci, che bei ricordi con lei…” -Enrico S.: “Sono emozionato nel vedere queste foto. Dolcissima e autorevole Suor Andreina. Ho le lacrime agli occhi, quanti ricordi…” -Cettina P.: “Un pilastro di Ravanusa. Congratulazioni!” -Luca L.: “Siamo stati in tanti all’Asilo di via San Vito con lei e con le indimenticabili Suor Alfonsina, Suor Gertrude e Suor Angela. Auguri!” -Agata M.: “Ricordo, come fosse ieri, il giorno in cui io e Paolo siamo andati ad accompagnare all’asilo le nostre due figliolette. Il suo raggiante sorriso, la sua simpatica parlata napoletana erano lì ad aspettarci con le braccia aperte e pronte ad abbracciare tutti i bambini dell’asilo. La vedo ancora ora in giro a guidare il suo pulmino… ma ahimè è solo un ricordo”  –Maria T.: “Sei stata il nostro conforto, mamma per i nostri bambini meravigliosa e comprensiva. Riconoscimento meritato, un grande abbraccio”Serafina P.: “Ogni piccola grande cosa nella vita, prima o poi, trova la sua ricompensa. Auguri” -Ilaria G.: “Grande Suor Andreina, resterai un mito! Con quel pulmino ne hai fatta di strada e sei rimasta nei ricordi di tutti noi. Tutte le mattine in cui io, mio fratello e la mamma aspettavamo nell’uscio di casa il tuo arrivo e tu puntualmente arrivavi col tuo pulmino, suonavi il claxon e dicevi ‘Salite bambini!’. Sorriso e tenerezza stampati negli occhi e al contempo tanta grinta e ‘mascolinità’. Ma perché paragonarti ad un uomo? Tu eri, sei e sarai sempre una grande Donna. Auguri!” -Candido C.: “Un mito vivente: la suora pilota!”

 

– Poche parole: “ravanusana” da sempre e quel “mò” che la tradisce

Oggi ha ottantuno anni, viso nel frattempo segnato dalle rughe ma in buona salute. Poca voglia di raccontarsi, la sua vita ha già detto abbastanza. Da lei solo qualche parola: “Ringrazio il Sindaco e poi tutti quelli che mi hanno scritto sul computer. E che vuoi figlio mio… io internèt non ce l’ho! Ma ringraziali tu a nome mio, a tutti quanti!”.  E a proposito del conferimento della cittadinanza aggiunge: “E mò tutti mi fanno gli auguri perché sono diventata ravanusana. Ma perché c’era qualcuno che pensava che non lo fossi? Da quando sono arrivata che mi sento una vostra compaesana anzi sono ravanusana da sempre. Dove sta la novità? Non scrivere più nulla. Mò ho il sugo sul fuoco, lasciami andà… “

E’ senza dubbio “ravanusana” nonostante quel “mò” che la tradisce ancora. Che molto volentieri le perdoniamo…

Auguri Suor Andreina. E grazie!

Silvio D’Auria

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