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Gela, bando del Comune per giornalista professionista: e i…pubblicisti? E’ polemica

Redazione

Gela, bando del Comune per giornalista professionista: e i…pubblicisti? E’ polemica

Ven, 21/08/2015 - 01:29

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PALERMO – L’ Ordine dei giornalisti di Sicilia interviene sul caso del bando pubblico diramato al Comune di Gela per la ricerca di un giornalista: “si riveda il bando, vanno inclusi i pubblicisti”, si legge in una nota inviata dall’Ordine regionale presieduto da Riccardo Arena. Nel bando il Comune cerca un “libero professionale” che dovrebbe svolgere le mansioni di “redattore capo” che “curi le relazioni con il sistema dell’informazione locale e nazionale, organizzazione di conferenze stampa, anche in collaborazione con altre strutture interne e/o esterne all’amministrazione comunale; redazione di comunicati stampa sull’attività del Comune di Gela; redazione articoli e testi per gli strumenti giornalistici e della comunicazione dell’Ente; elaborazione di note e articoli relativi alle attività del Consiglio e della Giunta del Comune di Gela; interviste al Sindaco”. Il Comune di Gela cerca un “redattore capo”, qualifica professionale prevista dal contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg, quindi un lavoratore dipendente che verrebbe assunto con “contratto libero professionale senza alcun vincolo di subordinazione”. I requisiti richiesti sono iscrizione aIl’Albo Nazionale dei Giornalisti elenco Professionisti (nonostante i dettami della legge 150/2000 che non differenzia i professionisti dai pubblicisti) da almeno 5 anni e conoscenza della lingua inglese. I giornalisti locali sono saltati su tutte le furie. E’ scesa in campo l’Assostampa che ha chiesto un incontro col sindaco e adesso l’Ordine regionale dell’Ordine dei giornalisti. “I giornalisti iscritti negli elenchi dei professionisti e dei pubblicisti hanno pari dignità e ruoli di fronte alla legge e alle norme vigenti – si legge nella nota dell’Odg – E’ inconcepibile, in assenza di specifiche disposizioni, qualsiasi distinzione o limitazione nei confronti degli uni o degli altri. In particolare, per quel che concerne la figura dell’addetto stampa nelle pubbliche amministrazioni, regolata dalla legge 150/2000, che non fa alcuna differenza tra professionisti e pubblicisti”. Lo afferma in una nota il Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, in merito all’avviso pubblico di selezione del Comune di Gela, relativo al conferimento di un incarico di collaborazione esterna da assegnare a un giornalista professionista. “Condividiamo – prosegue la nota – tutte le osservazioni esposte dal presidente del Gus dell’Assostampa anche su altri aspetti e ambiti. Invitiamo, quindi, il sindaco a rivedere il bando e a rimodularlo secondo le indicazioni della legge citata, dandone adeguata pubblicità, affinché tutti i giornalisti iscritti all’Albo possano partecipare alla selezione”. Sulla vicenda è intervenuto anche Francesco Di Parenti, Presidente Gruppo uffici stampa dell’Associazione siciliana della stampa: “Il primo caso riguarda il comune di Caltanissetta. Qui il sindaco, pur in presenza di un addetto stampa interno, ha assegnato per 5 mesi un incarico di esperto per la comunicazione ad un giornalista già impegnato in un altro comune capoluogo dove è inquadrato con contratto degli enti locali ma con la “singolare” qualifica di capo redattore. Il secondo caso è a Gela: il Comune, in pieno periodo ferragostano, ha pubblicato un bando di selezione (scadenza 28 agosto) per un giornalista “con incarico di collaborazione esterna ad alto contenuto di professionalità”. L’incarico avrà la durata di un anno ma tante, troppe sono le cose che non vanno in questa selezione. Decisamente strano è, ad esempio, il fatto che tra i compiti assegnati al prescelto ci sia anche quello di intervistare il primo cittadino (per conto di chi? Con quale credibilità? Accetterebbe il sindaco di farsi intervistare da un addetto stampa che la pensa in modo diverso da lui?), in assoluto disprezzo delle norme deontologiche; oppure che le domande di partecipazione al bando devono essere indirizzate alla segreteria del sindaco. Per non parlare delle modalità di selezione, affidata a una commissione (composta da chi?) che ha il compito di comparare i curricula ma non di stilare una graduatoria. Nulla si dice dei criteri di valutazione dei titoli, così come non si fa riferimento al decreto Barbagallo, che resta l’unico strumento di cui dispone la Regione siciliana per la selezione dei giornalisti. Quali mezzi avranno i partecipanti esclusi per verificare la corretta valutazione dei loro curricula? Una procedura, dunque, priva di certezze e resa ancora imprevedibile dalle prerogative riservate alla commissione e al sindaco. La prima può decidere di non assegnare il posto oppure, a sua discrezione, di effettuare “colloqui motivazionali” per approfondire il contenuto dei curricula; il secondo, a suo “insindacabile giudizio” – ma ci chiediamo con quale competenza -, al termine di un periodo di prova di tre mesi (che sembrano pochi ma sono un tempo infinito se rapportato alla durata del contratto) deciderà se confermare l’incarico al giornalista selezionato. Ma il vero capolavoro è la previsione per il compenso: “prestazione libero-professionale inerente la qualifica di redattore capo prevista dalla categoria professionale D3 degli enti locali”. Dunque: un libero-professionista che guadagnerà quanto un importante funzionario pubblico cui viene riconosciuta la qualifica di capo redattore. A Gela si disegna così una figura di addetto stampa decisamente anomala, dal punto di vista del trattamento economico e del profilo professionale, che in Sicilia ha un solo precedente (per altro contestato dall’Assostampa) incarnato da quel giornalista proveniente da un altro Comune e recentemente incaricato in quello di Caltanissetta. Ci chiediamo: gli autori del bando sanno che in Italia un solo contratto, quello dei giornalisti, prevede la figura del redattore capo? Qual è la necessità di agganciare un incarico libero-professionale a un contratto di lavoro subordinato? Non sarebbe stato più logico fissare semplicemente un compenso lordo annuo senza ricorrere a spericolati riferimenti contrattuali? Il sindaco di Gela sa che è vigente l’accordo sindacale dell’ottobre 2007 – sottoscritto da Regione, Anci Urps, Fnsi e Assostampa – pubblicato sulla Gurs del 16 novembre 2007 con decreto del presidente della Regione, che fissa i profili professionali degli uffici stampa negli enti locali e li aggancia al contratto nazionale di lavoro dei giornalisti Fnsi-Fieg? Conosce la differenza tra addetto stampa e portavoce? Sa che le due figure (oltre agli Urp) sono previste dalla legge 150/2000 e che la stessa è stata recepita in Sicilia con l’articolo 127 della legge 2/2002? In 15 anni di lavoro sugli uffici stampa pubblici (con tante sentenze favorevoli ai giornalisti) ne abbiamo viste di tutti i colori e ci siamo imbattuti nei più fantasiosi tentativi messi in atto da amministratori per scegliere giornalisti a loro affini. Ci siamo abituati a tutto tranne che a una cosa: le pseudo-selezioni costruite per ammantare di oggettività e trasparenza ciò che oggettivo e trasparente non è, o comunque non lo è fino in fondo”.

Liliana Blanco