Crocetta: “Mafia dietro attacchi” – “La richiesta di andare al voto è irricevibile”, ha ribadito Crocetta. “Non ci sto – ha aggiunto – a chinare la testa ai potenti di sempre, a consegnarmi a una campagna denigratoria. Sono un uomo libero, lo sono sempre stato. Forse pago qualche ingenuità e vi chiedo perdono per questo”. Per il governatore, dietro agli attacchi contro di lui c’è “il vero cerchio magico: quello degli affari, che a volte collude con la massoneria e con la mafia, che non è più stragista ma intarsiata nelle cose della Regione”.
“Vicenda infame” – “Tutto questo passerà alla storia come una vicenda infame – ha detto ancora Crocetta –. L’opportunismo mediatico sembra prevalere rispetto alla cautela istituzionale che contraddistingueva la politica un tempo. Sono felice che le procure abbiano smentito quelle accuse e ripristinato la verità. Ho capito che il mio silenzio e la mia autosospensione potevano essere interpretati come ammissione di colpa, allora ho deciso di riprendermi il diritto alla parola”.
“No ai diktat romani” – Crocetta ha concluso il suo intervento rivolgendosi ai deputati dell’Assemblea regionale. “Vi invito a completare le riforme, poi voi e solo voi, senza diktat romani o di forze parallele, deciderete se mettere fine alla legislatura”.
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Il perfetto populista.
"Perfetto" - ovviamente - si fa per dire.