“Buon senso – dicono – che è mancato nel “rivoluzionare” uno dei pochi Enti pubblici che non registrava particolari criticità nell’erogazione dei servizi, nella gestione delle gare di appalto, nei livelli di efficienza dei dipendenti”.
Cgil, Cisl e Uil segnalano “l’incoerenza che ha caratterizzato la soppressione delle province, “rubando” ai cittadini i propri eletti (Consiglio Provinciale e Amministrazione) per nominare una sfilza di Commissari, e praticando nella pubblica Amministrazione, al pari della sanità, il metodo della spartizione, utile soltanto a mantenere equilibri politici”.
“Cosi non va, e per tale ragione il sindacato confederate si unisce alle rivendicazioni delle categorie sindacali del pubblico impiego, all’appello del Vescovo di Caltanissetta, all’invito della Prefettura, ovvero a tutti i soggetti sociali ed istituzionali interessati a garantire la dignità dei lavoratori e di un intero territorio sul quale si sono consumate troppe chiacchiere in nome di uno sviluppo e di una crescita economica che non è mai arrivata”.
Cgil, Cisl e Uil ricordano alla politica regionale “che ogni legge ha bisogno della copertura finanziaria e su quest’ultima i dubbi si moltiplicano. Bisogna lavorare per aumentare le tutele dei lavoratori evitando di diminuirle a chi le ha, dopo anni di lavoro e concorsi pubblici espletati”.
“Senza una nuova legge, del resto, aumentano le probabilità che i lavoratori delle provincie vadano in mobilità, anticamera del licenziamento. Senza considerare che le partecipate andrebbero messe in liquidazione con la perdita di centinaia di posti di lavoro. A questo si aggiungono i lavoratori precari, mentre la politica regionale sembra ancora interessata a diatribe sterili che, in questa e in altre mancate riforme, ci portano al caos istituzionale”.
I Segretari Generali CGIL CiSL UIL
(Ignazio Giudice – Emanuele Gallo – Vincenzo Mudaro)