Un giallo estivo scuote Rosario Crocetta, la politica e l’informazione. Autosospeso, a un passo dalle dimissioni, in lacrime, il governatore siciliano prima viene lapidato, sin dalla mattina, dalle reazioni sulla notizia di una presunta frase choc del medico Matteo Tutino, primario arrestato per truffa, che al telefono col governatore avrebbe detto che Lucia Borsellino, “va fermata, fatta fuori, come suo padre”; parole alle quali Crocetta, non avrebbe reagito. Poi, nel tardo pomeriggio, viene rimesso in piedi dalla Procura di Palermo che smentisce l’esistenza agli atti di quelle parole. Infine – ma non e’, certo, l’ultima puntata – la conferma dell’esistenza di quella intercettazione da parte dell’Espresso che l’ha pubblicata: “E’ contenuta in atti segretati”. Fa sapere il consigliere laico del Csm Pierantonio Zanetti di avere richiesto l’apertura di una pratica in Prima Commissione “per comprendere quanto sta succedendo a Palermo”. “Sono una vittima, mi hanno ucciso, volevano farmi fuori con un’azione di dossieraggio”, dice Crocetta, rialzatosi dopo essere stato schiantato a terra. “Qualcuno vuole la crisi della Regione”, suggerisce in serata il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici, che esprime la sua inquietudine per “lo scenario di un’informazione pilotata”, dopo che questa mattina aveva dichiarato “l’impossibilita’ di continuare”
Grillo aveva lanciato l’hashtag #Crocettadimettiti. L’ex assessore alla Salute Lucia Borsellino, dimessasi pochi giorni dopo l’arresto di Tutino, era stata gelida: “Mi sento offesa. Provo grande tristezza e provo vergogna per loro. Quelle parole evidenziano il clima in cui ho dovuto lavorare”. “Parole schifose che offendono la dignita’ di Lucia Borsellino, la memoria di Paolo, la Sicilia e l’Italia intera”, era lo sdegno del presidente del Senato Pietro Grasso. “Su Lucia Borsellino parole inaudite e deprecabili”, diceva la presidente della Camera Laura Boldrini. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi le telefonavano per esprimerle solidarieta’. E per il sottosegretario Davide Faraone erano “inevitabili le dimissioni Crocetta e nuove elezioni in Sicilia”. “Siamo tutti con Lucia Borsellino e siamo tutti contro Rosario Crocetta che non ha altra strada se non quella di dimettersi”, tuonava il vicepresidente dei deputati Pd Gero Grassi. Duro anche Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale Dem: “Le parole ma anche i silenzi che emergono dalle intercettazioni sono gravi, inaccettabili e provocano ribrezzo. Chiediamo che Crocetta chiarisca, anche se il tutto appare purtroppo abbastanza chiaro”. “La parola torni ai siciliani”, chiedeva anche il leader Udc Lorenzo Cesa.
Il Pd ha riunito fino tardi i suoi organismi regionali, cambiando in extremis ‘l’ordine del giorno’. E a un fedelissimo di Crocetta, Beppe Lumia, non e’ rimasto che sollecitare un generale atto di riparazione: “Adesso chi risarcira’ il presidente Crocetta? Chi risarcira’ il popolo siciliano?”