cani-randagi“Le Associazioni ambientaliste ed animaliste nissene LIDA, LAV e WWF criticano con fermezza l’Amministrazione comunale di Caltanissetta che, ad un anno dal suo insediamento, ancora non ha attuato alcuna concreta e utile azione di prevenzione e contrasto al randagismo. Secondo le Associazioni, a Caltanissetta la situazione è ormai grave: aumento esponenziale delle spese annualmente sostenute dal Comune per una convenzione con un canile privato che ha, però, effetti nulli sulla presenza di randagi sul territorio; nessun intervento di controllo demografico delle popolazioni vaganti; palese inadempimento degli obblighi spettanti all’Amministrazione Comunale fra i quali il servizio di controllo dell’iscrizione all’anagrafe canina nazionale dei cani padronali.
“Nelle ultime settimane, a seguito del periodico “allarme randagi” diffuso sulla stampa, l’Amministrazione è andata “in tilt” e, come spesso avviene, si scatena il panico: qualcuno ordina la “spedizione punitiva”, arriva l’operatore del canile, cattura il primo cane innocuo che ha la sfortuna di passare da lì, viene portato in canile (privato) ove permane vita natural durante e la ditta convenzionata fa cassa… Peccato che, con questo sistema da circolo vizioso, qualche giorno dopo in strada spunta un nuovo randagio e siamo al punto di partenza… Tranne che per le casse comunali, che così si depauperano a vista d’occhio, mese per mese, anno per anno”. Lo affermano Salvatore Colonna (LIDA), Jessica Natale (LAV) ed Ennio Bonfanti (WWF).
“Abbiamo assistito, in questi giorni, all’ennesima pantomima: pur di tacitare l’opinione pubblica e dare l’impressione che “qualcosa si sta facendo”, sono stati catturati – senza alcuna pianificazione, senza criteri selettivi e senza il coinvolgimento degli altri soggetti competenti – persino cuccioli e cuccioloni, cani di quartiere e cani mansueti. Ma i cani più problematici, quelli che realmente dovrebbero essere tolti dalle strade, guardacaso sono “imprendibili” e restano sempre in giro… Ma si sa, gli affari sono affari: un cane ricoverato“a vita” in canile privato in un solo anno può arrivare a costare ai contribuenti nisseni ben 1.095,00 euro; se accalappiato da cucciolo, in 5,6,8 anni il profitto che produce è enorme“.
“Come cittadini, ancor prima che animalisti ed ambientalisti, non possiamo non denunciare questo business né possiamo nascondere che questo tipo di azioni messe in atto dall’Amministrazione non hanno alcun effetto sul fenomeno randagismo e non incidono minimamente sul contenimento delle popolazioni vaganti. Infatti, operando secondo il suddetto meccanismo, si ottiene un unico effetto: l’impennata della spesa pubblica ad esclusivo vantaggio del canile privato che aumenta i suoi profitti milionari senza alcuno sforzo!”.
Perchè il Comune e l’ASP continuano ad essere latitanti nell’attuazione di una forte azione di contrasto al randagismo attraverso una massiccia campagna di controllo demografico attraverso la sterilizzazione? si chiedono Salvatore Colonna (LIDA), Jessica Natale (LAV) ed Ennio Bonfanti (WWF). “Le conseguenze di questo inspiegabile ritardo sono sotto gli occhi di tutti: il centralino della Polizia Municipale preso d’assalto dai cittadini che segnalano cani randagi e cucciolate per strada; le stesse telefonate dirottate ai cellulari delle Associazioni animaliste che, con propri mezzi, fondi e buona volontà, cercano di arginare questo fenomeno”.
“Quindi, ben vengano gli accalappiamenti di queste settimane, ma solo se tutti i cani di buona indole accalappiati vengano, entro 20 giorni, sterilizzati e reimmessi sul territorio così come prevede la L. R. 15/2000!”
“I benefici della sterilizzazione sono molteplici: anzitutto un risparmio di migliaia di euro perché i cani rimarrebbero in canile solo per i pochi giorni prima e dopo l’operazione; zero cucciolate che alimentano sempre di più le fila degli animali vaganti; i cani sterilizzati non si riuniscono in grossi gruppi che possono allarmare i cittadini”.
“A Caltanissetta serve un’importante, necessaria ed improcrastinabile inversione di rotta. Ogni mancata decisione, ogni omissione o ulteriore ritardo d’intervento da parte di tutti i soggetti deputati a dare soluzioni positive (ASL, Comune, Polizia Municipale, Veterinari privati) e nel rispetto pieno della legalità, sarebbe ulteriormente colpevole e riproporrebbe, fra qualche mese, nuovamente gli stessi problemi di cui oggi ci occupiamo. Per abbattere il randagismo e limitare drasticamente i rischi per la sicurezza non possiamo che concentrare gli sforzi sulla prevenzione e l’applicazione, puntuale e concreta, delle linee guida regionali e nazionali”.
Sin dal 2007 la Regione Siciliana ha emanatole “Linee guida” nelle quali sono state esattamente e specificamente individuate le attività che devono essere svolte prioritariamente da tutti gli operatori che sono parte attiva nella gestione del randagismo (Comuni, Aziende USL, Enti pubblici, Associazioni per la protezione degli animali) e le competenze che ciascun Ente è tenuto ad osservare in applicazione della Legge 281/1991, della Legge regionale 15/2000 e del Decreto Presidenziale 7/2007 . Fra queste la principale e la più importante è la predisposizione di progetti di sterilizzazione: i destinatari sono i Comuni singoli o associati per l’attuazione di piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione dei cani randagi, da sviluppare di concerto con i Servizi Veterinari delle ASL o avvalendosi di medici veterinari liberi professionisti.
Un altro aspetto del problema è quello degli abbandoni. Proprio in questo periodo di inizio estate, diversi proprietari di cani prenderanno un cucciolo come “accessorio” della villetta di campagna o della casa di villeggiatura. Prima di tornare in città nel mese di settembre, lo stesso cane (rigorosamente non iscritto all’anagrafe canina) sarà abbandonato per le vie della città (diventando così di proprietà del Sindaco) e sarà pronto ad accoppiarsi per dar vita a nuovi randagi. Tutto questo senza rischiare nulla poiché nessun agente di Polizia Municipale sarà stato seriamente incaricato di controllare e sanzionare i cani padronali sprovvisti di microchip. Nel frattempo, quei cani che nelle periferie della città non verranno sterilizzati, continueranno a prolificare e, per una legge naturale, occuperanno le stesse zone cittadine “liberate” dagli accalappiamenti scriteriati di questi giorni.
“Per questo ribadiamo la necessità che tutti i cani rimasti sul territorio nisseno (periferie comprese) vengano rapidamente accalappiati, sterilizzati e reimmessi se di buona indole. È altrettanto necessario che in seno alla Polizia Municipale sorga un nucleo incaricato di controllare a tappeto tutti i cani padronali non iscritti all’anagrafe e non sterilizzati (importanti fonti di nuovi randagi). Senza questa seria attività di prevenzione, il randagismo resterà una costante per la nostra città” concludono Salvatore Colonna (LIDA), Jessica Natale (LAV) ed Ennio Bonfanti (WWF).
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Cari firmatari del documento vi interfacciate con gente che a stento trova la porta per entrare in municipio!!!! .... Ma tutto questo si sapeva! La città ha ciò che si merita...