Il quinto era avvenuto, appunto, 65 milioni di anni fa, quando i dinosauri furono spazzati via. “Se non faremo nulla per fermare questo processo, per la vita ci vorranno milioni di anni per riprendersi e la nostra specie sara’ tra le prime a scomparire”, ha avvertito uno dei responsabili della ricerca, Gerardo Ceballos.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, ha analizzato il tasso di scomparsa dei vertebrati – specie a cui appartiene anche l’uomo – attraverso i resti fossili di quelli gia’ persi; il risultato e’ stato sconvolgente: il ritmo di estinzione e’ infatti 114 volte piu’ veloce del normale. Dal 1900, piu’ di 400 specie sono gia’ sparite, un numero che gli esperti si sarebbero aspettati in 10mila anni.
“Ci sono specie nel mondo che sono ormai dei morti che camminano”, ha commentato Paul Ehrlich, dell’universita’ di Stanford. “Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti”, ha aggiunto. Tra le cause di questo processo, vi sono infatti i ‘soliti noti’: riscaldamento globale, inquinamento e deforestazione. E la distruzione dell’ecosistema, afferma lo studio, rischia di creare danni a catena. Secondo gli scienziati, ad esempio, in appena tre generazioni umane potrebbero perdersi i benefici per l’agricoltura e ambiente derivanti dall’impollinazione delle api.