Passa comunque il significativo taglio di duemila poltrone: 1.300 consiglieri comunali in Sicilia sui circa 6.200 attuali, 500 assessori, 102 consiglieri di circoscrizione a Palermo Catania e Messina, e si cancellano i consigli circoscrizionali nelle altre citta’. Disco verde al colpo di forbici ai gettoni e ai compensi che scenderanno mediamente del 20%. Bocciato, invece, l’emendamento del M5S sul gettone unico giornaliero, ritenuto “un forte deterrente al fenomeno gettonopoli”: prevedeva un unico compenso a prescindere del numero delle commissioni fatte in una giornata. Soppresso l’articolo 5 che prevedeva lo stop alle commissioni consiliari nei Comuni con popolazione inferiore a diecimila abitanti. E fermato l’emendamento con cui si voleva ridurre, come altrove, a una sola giornata la tornata elettorale. Ok alla pubblicita’ degli atti sul web. “Con questa legge mettiamo un tassello che avvicina la Sicilia al resto d’Italia: la specialita’ adesso e’ normalita’, non e’ piu’ un privilegio”, ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali.
Adesso tocca alle province, da parecchi mesi, troppi, nelle mani del commissari nominati dalla Regione. Il 30 giugno approda in aula il tormentato ddl sui liberi consorzi dei comuni e sulla citta’ metropolitane. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha dato tempo sino a fine luglio per il varo, lanciando il suo aut-aut: “Se non si fa la legge di riforma degli enti di area vasta, si va al dissesto delle province, se si va al dissesto delle province e’ chiaro che a cascata c’e’ il dissesto della Regione. Mi sembra chiaro allora, che se non si fara’ in fretta, sara’ indispensabile rompere le righe e andare al voto anticipato”