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Una proposta per la viabilità siciliana, Giovanni Manduca (CNA): “Occorre un piano pluriennale supportato da 2/3 miliardi di euro”

Redazione

Una proposta per la viabilità siciliana, Giovanni Manduca (CNA): “Occorre un piano pluriennale supportato da 2/3 miliardi di euro”

Gio, 07/05/2015 - 14:55

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Giovanni Manduca

Giovanni Manduca

CALTANISSETTA – L’ultimo e clamoroso disastro avvenuto nel viadotto Himera, lungo l’autostrada A19, che ha causato il collasso di un pilone del ponte e la conseguente chiusura dell’autostrada, ha mostrato la tragica situazione in cui versa l’intero sistema viario siciliano.
A questa situazione occorre necessariamente aggiungere le disastrose condizioni in cui si trova il sistema viario delle strade provinciali, migliaia di chilometri di asfalto, nelle quali non viene effettuata da tempo alcuna manutenzione – a parte il rattoppo di buche – e che in numerosi casi di smottamenti, frane e problematiche di stabilità, risultano impercorribili.
Le nostre strade siciliane sono state abbandonate da anni, coinvolte nelle voragini dei bilanci pubblici, negli scandali, nei dissesti idrogeologici che hanno causato disastri e che destano grandi problemi per il prossimo futuro.
“La nostra economia regionale può ripartire – afferma Giovanni Manduca, presidente CNA Caltanissetta – investendo e riqualificando, con strumenti e apparecchiature innovative, il nostro sistema stradale siciliano. Un’azione integrata, funzionalmente progettata per puntare su turismo, fruibilità di servizi, percorribilità ‘sicura’ delle principali arterie stradali, tali da migliorare e qualificare il sistema infrastrutturale siciliano.”
Un piano pluriennale delle opere pubbliche stradali, di 2-3 miliardi di euro, direttamente gestito dalla Comunità Europea e dal Governo italiano, senza alcun intervento della Regione Sicilia, per non cadere nella pastoia burocratica e nell’inefficienza pubblica regionale. Un complesso e articolato sistema di interventi straordinari, che consenta – con una adeguata e coerente progettazione – un rinnovamento infrastrutturale del sistema viario stradale, funzionalmente adeguato per accrescere la fruibilità di centri turistici, ma anche per evitare l’isolamento di numerosi piccoli centri abitati e soprattutto la “desertificazione” delle aree del centro Sicilia. Azioni che possano altresì supportare uno sviluppo del sistema agricolo e sociale, quali concreta opportunità di miglioramento della qualità della vita di tutti noi siciliani. Nel contempo sarà avviabile un potenziamento e uno sviluppo del sistema di servizi – rete dati e telecomunicazioni, acquisizione e trasporto dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e rete infrastrutturale – che consenta la fruizione di servizi oggi indispensabili al sistema produttivo (piccola impresa in primis), al sistema pubblico e ai cittadini.
Una proposta che porta anche un innovativo sistema per la sua realizzazione. “L’esecuzione delle opere pubbliche – continua Giovanni Manduca – dovrà essere affidato ad imprese siciliane qualificate, con l’obbligo di utilizzo di lavoratori e professionisti siciliani, e con un abbattimento del costo del lavoro del personale (es. le gabbie salariali di passata memoria). Un piano economico-infrastrutturale che in alcuni anni possa consentire la crescita del PIL regionale e generare uno status economico migliore per tutti i siciliani, quale conseguenza diretta del miglioramento infrastrutturale obiettivo del piano integrato.”
Gli appalti pubblici dovranno essere gestiti non più con il sistema del massimo ribasso, ma con un sistema che consenta l’aggiudicazione dell’appalto garantendo la qualità, la sicurezza e la sostenibilità delle opere realizzate.
Conclude Manduca: “e in considerazione che il dott. Cantone si sarà liberato degli impegni dell’Expo, perché non coinvolgerlo per il controllo e la corretta esecuzione delle opere pubbliche?”