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Calcio: Tavecchio, abolire scommesse su Lega Pro e Serie D 

Redazione

Calcio: Tavecchio, abolire scommesse su Lega Pro e Serie D 

Lun, 25/05/2015 - 12:32

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Carlo Tavecchio

Carlo Tavecchio

ROMA – Carlo Tavecchio non ci sta. L’inchiesta di Catanzaro e il nuovo scandalo scommesse hanno provocato l’ennesimo terremoto nel mondo del calcio al punto che le massime autorita’ dello Stato, dal presidente Mattarella al premier Renzi, hanno chiesto di passare ai fatti. E lo stesso Renzi si e’ detto pronto a rimboccarsi le maniche. “Sono in carica da sei mesi e sto intervenendo in maniera drastica sui bilanci, sui giovani, mi metto a disposizione di chiunque ma ho la coscienza tranquilla, il problema Paese non e’ solo mio”, si difende Tavecchio, intervenuto ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno.

Il numero uno di via Allegri vuole dare battaglia sul fronte delle scommesse, “che a suo tempo erano un reato e non sono io ad aver cambiato il codice penale. Tra l’altro, quando ero presidente della Lnd, mi ero opposto all’utilizzo delle gare dei dilettanti e avevo espresso le mie perplessita’ per iscritto per cui non vedo come si possano attribuire alla Figc fatti che avevo detto di non fare. Ma al prossimo Consiglio federale daremo il nostro parere negativo sulle scommesse sia sulle gare di Lega Pro che su quelle dei Dilettanti”. Del resto gli scandali sulle scommesse non nascono adesso, anzi, “dobbiamo partire dagli anni ’70 – continua – si ripetono ogni dieci anni ed e’ un problema di ordine pubblico che riguarda lo Stato e non di sport. Inoltre la magistratura ordinaria ha tanto tempo a disposizione, quella sportiva deve decidere prima dell’inizio dei campionati”. Ma cosa puo’ fare la Figc? Una prima risposta potrebbe essere la creazione di un ‘casellario giudiziale’ dei dirigenti. “Non puoi controllare un sistema se non hai un database e ho proposto un’anafrage, un casellario sportivo dove vengono individuati tutti gli iscritti come dirigenti che sono circa 200 mila – spiega – C’e’ qualche migliaio di soggetti che non hanno a che fare col mondo del calcio e che operano per interessi personali e profitti illeciti. Non e’ possibile che un soggetto fallisca 6-7 volte e abbia ancora delle titolarita’ nelle societa'”. Tavecchio, insomma, ha le idee chiare e va avanti per la sua strada, al punto da non escludere una nuova candidatura nel 2016 “se porto a termine i miei progetti. Per me e’ diventata una sfida. Ero in un mondo tranquillo come quello dei dilettanti ma non ci puo’ alzare la mattina e sentire tutto il mondo andare contro la Federazione. Io sono qui a difesa della Federazione, per farlo ho bisogno di soggetti che mi diano una mano e li sto trovando”. Fra questi c’e’ anche Lotito, del quale pero’ si parla come vero padrone del calcio italiano, vedi anche lo slittamento del derby da domenica a oggi su richiesta della Lazio. “Lotito viene dal mondo professionistico per elezione, non per nomina, i 20 club di Milano lo hanno eletto e volevano anche che fosse vicepresidente vicario della Figc e mi sono opposto – commenta Tavecchio – Era presidente di Commissione e gli ho ritirato la delega. Detto questo, il calcio professionistico e’ in grave difficolta’ e fra le 2-3 societa’ che hanno zero problemi la prima e’ la Lazio”. Ma sul caso derby, precisa: “L’alterazione dei calendari dei campionati e’ un gravissimo errore”. “Sarei rimasto col calendario esistente, ma sono le leghe che decidono i calendari, non la Federazione. Non possiammo attribuire fatti e situazioni che dipendono da altri alla Figc, il calendario non l’ha fatto Tavecchio”. Altra spina e’ la Lega Pro. “C’e’ un problema di tipo civilistico che riguarda il bilancio e uno politico sulla composizione di un’assemblea. C’e’ la richiesta ufficiale per la convocazione di un’assemblea per il 4 giugno, se non sara’ convocata la Figc interverra’ come una segnalazione ma le Leghe sono indipendenti e il commissariamento scatta davanti a irregolarita’ amministrative e quando i campionati non procedono. Se oltre a questi, individueremo altri fatti di carattere politico, saremo i primi a intervenire”. E del resto, sul caso Belloli, Tavecchio rivendica: “l’intervento e’ stato tempestivo, pensate che si sia dimesso autonomamente?”.