Mafia: uccisero boss emergente del nisseno, 10 condanne

imageCALTANISSETTA – Dieci condanne – una delle quali all’ergastolo – per le due fallite imboscate e il successivo agguato mortale al boss emergente Alfredo Campisi, che a Niscemi si stava ritagliando uno spazio gestendo autonomamente gli affari illeciti. Oggi la Corte d’Assise di Siracusa ha inflitto il carcere a vita al boss gelese Alessandro Emmanuello, ritenuto il mandante dell’omicidio. Campisi, fu ucciso il 6 novembre del 1996 da un commando di Cosa Nostra vicino Acate, mentre era alla guida della sua automobile . All’agguato scampo’ l’allora braccio destro Giuliano Chiavetta, oggi collaboratore di giustizia, che viaggiava insieme al capomafia assassinato.
Secondo i pentiti, Campisi venne fatto fuori perche’ colpevole di avere messo in piedi un clan di giovani criminali, feroci e senza scrupoli, capaci di contrastare la forza egemone degli Emmanuello, all’interno di Cosa Nostra. Solo nel 2011, arrivo’ la svolta per quel delitto quando la squadra Mobile di Caltanissetta, nell’ambito dell’operazione “Para Bellum”, arresto’ sei persone accusate a vario titolo di aver avuto un ruolo sia nell’agguato che nei due tentativi di uccidere il boss risalenti ad alcuni mesi prima. La Corte d’Assise, inoltre, ha riconosciuto colpevoli gli altri imputati tirati in ballo a vario titolo del tentato omicidio di Chiavetta e del duplice fallito agguato a Campisi. Dieci anni sono stati inflitti a Francesco Amato, 9 anni e 8 mesi ciascuno a Salvatore Di Pasquale e Sebastiano Montalto, 6 anni al medico Giuseppe Arcerito, 2 anni e 8 mesi a Emanuele Greco. Per il duplice tentato omicidio sono stati condannati a 1 anno e 6 mesi in continuazione con altre condanne anche i collaboratori di giustizia gelesi Carmelo Massimo Billizzi, Fortunato Ferracane, Nunzio Licata, Emanuele Celona. (AGI)

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