CALTANISSETTA – Un lettore segnala alla nostra redazione i pericoli all’incolumità pubblica che possono derivare dall’edificio, sito in zona Ponte Bloy, ex sede dell’Enel dichiarato inagibile e dunque pericolante. Di seguito la nota integrale.
Signor sindaco, sono il cittadino che ogni tanto le scrive per segnalare qualcosa che non va nella nostra città. Le mie note non vogliono rappresentare un accusa all’Amministrazione che Lei rappresenta, mi creda. Nei riguardi della precedente Amministrazione ho fatto varie segnalazioni senza mai averne avuto un riscontro. Mi è rimasto solo la soddisfazione di potere comunicare qualcosa che altri non vedono , specialmente i rischi per la sicurezza che riguardano l’incolumità pubblica. A tale proposito faccio presente che nella via Ponte Bloy, 4, all’altezza dell’ingresso che alloggiava la Direzione Enel di Caltanissetta, si è creato un rischio per l’incolumità pubblica. Mi rifaccio a una dichiarazione d’inagibilità del 1994 riguardante la ex sede degli uffici Enel. Comè noto, a seguito di verifiche tecniche, risultate negative, effettuate sulla qualità del calcestruzzo impiegato per le strutture armate, risultò che l’edificio non era più idoneo ad ospitare gli uffici perché si prospettavano rischi di crolli nei vari piani. L’Azienda, a seguito di sollecitazioni sindacali, nella prima metà degli anni 90 trasferì tutto il personale nei locali di via S. Candura lasciando in uno stato di abbandono i vecchi locali. Come si può rilevare dallo scatto fotografico riportato, il parapetto principale della copertura, in proiezione sul marciapiede pubblico, presenta vari rigonfiamenti e rappresenta, a mio giudizio, un rischio, nonostante lo stesso sia stato avvolto con un mantello retinato. La scarsa armatura, quasi inesistente, ormai presa dalla corrosione e il forte degrado del calcestruzzo non costituiscono una garanzia per chi vi transita sotto, per cui mi rivolgo a Lei e all’Assessore competente affinché si provveda a una transennatura del tratto di marciapiede, o in alternativa esaminare l’opportunità di emettere un’ordinanza di demolizione all’Azienda, proprietaria dell’immobile, finalizzata all’eliminazione del parapetto pericolante.
Angelo Sole