SAN CATALDO. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giampiero Modaffari, ha inteso rappresentare delle riflessioni in occasione della fiaccolata e successiva veglia in ricordo di Aldo Naro (nella foto), il giovane medico sancataldese morto al culmine di una violenta aggressione patita in una discoteca di Palermo. “Nella tragica alba del 14 Febbraio scorso – ha scritto l’amministrazione comunale – pennellate di sangue hanno colorato di rosso il nostro cielo…Un altro agnello innocente è stato sacrificato sull’altare della violenza e dell’odio, un altro fiore è stato divelto, ad un’altra farfalla sono state tarpate le bellissime ali…Aldo era un ragazzo meraviglioso, bello, intelligente, affettuoso, sensibile…il figlio che tutti desidererebbero avere…un ragazzo dedito allo studio, un brillante neo- dottore con un bellissimo avvenire e una fantastica vita ancora tutta da vivere…ma un destino crudele era in agguato…E oggi San Cataldo piange un suo figlio…oggi tutti noi piangiamo un figlio…perché Aldo, selvaggiamente trucidato per futili motivi, è figlio di tutti noi…Oggi San Cataldo è in ginocchio, ma nonostante il dolore immenso che attanaglia i nostri cuori, unanime si leva il grido di protesta e di indignazione contro la devastante ondata di violenza sotto la quale soccombe, ormai da tempo, la società in cui viviamo…No, non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla spietata efferatezza e alla bieca violenza con la quale ad un nostro figlio è stata tolta la vita e sono stati frantumati i suoi sogni e le sue speranze…Non possiamo permettere che i nostri ragazzi credano che siano la violenza e la prepotenza gli strumenti per farsi strada nella vita…Non possiamo permettere che essi crescano con la convinzione che le uccisioni, le stragi e i genocidi di cui sentiamo sempre più spesso parlare costituiscano la normalità…Dobbiamo combattere l’accettazione rassegnata e la conseguente assuefazione al male…Dobbiamo adoperarci perché i ragazzi riflettano sul valore e sull’importanza della vita e dei suoi doni…Ma innanzi tutto urge che la famiglia, la scuola, le istituzioni e tutte le agenzie deputate all’ educazione delle giovani generazioni si pongano una domanda:
Dove abbiamo sbagliato? Quali errori abbiamo commesso e continuiamo a commettere nell’educare i nostri figli? Quali sono le nostre responsabilità?Il sacrificio di Aldo e della sua famiglia non deve essere vano…Lo schianto di Maria Chiara a cui è stato strappato il fratello maggiore e quindi la guida, il punto di riferimento, il modello al quale ispirarsi non può essere dimenticato…L’immane dolore di papà Rino e di mamma Anna Maria a cui è stato crocifisso un figlio non può passare inosservato… Questa devastante valanga di dolore deve essere da monito…
C’è tanto lavoro da fare, ma non dobbiamo scoraggiarci…E’ quello che ci chiederebbe Aldo se potesse…che la sua vita e il suo olocausto potessero servire per evitare che quanto successo non succeda mai più…Mai più! Ciao, Aldo la tua voglia di vivere, il tuo entusiasmo e il tuo meraviglioso sorriso rimarranno sempre con noi!”