Jobs act: “rottamati i co.co.co” In 200mila saranno regolarizzati

imageROMA – “Una sforbiciata”, la chiama Matteo Renzi riferendosi piu’ al taglio, alla riduzione delle forme contrattuali che non al gesto atletico che spesso porta al gol.
Eppure, a un anno dal varo del suo governo, Renzi puo’ festeggiare un traguardo, l’approvazione del Jobs Act, insperato 365 giorni fa, come lui stesso ammette in conferenza stampa.

Il primo effetto, quello piu’ evidente, “e’ che 200mila persone passeranno dai contratti a progetto al tempo indeterminato”. La giornata di oggi, pero’, e’ “storica” piu’ di quanto le cifre possano raccontare: “Per la prima volta c’e’ una generazione che vede riconosciuto il proprio diritto ad avere delle tutele maggiori, che per la prima volta vede una battaglia al precariato e non ai precari”, spiega Renzi: “Una generazione vede finalmente riconosciuto il suo diritto a tutele maggiori e ad avere nel proprio vocabolario parole come mutuo, ferie, buonuscita”.

Cosa sono i contratti a tutele crescenti

Una giornata che inizia con un tweet, di prima mattina, in cui il rottamatore annuncia che, con il Jobs Act, “rottama co.co.co. e co.co.pro. vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti”. Continua, poi, con un pre consiglio che piu’ fonti di governo descrivono “molto operativo”, per utilizzare un termine popolare tra i renziani.

Infine il consiglio dei ministri vero e proprio, con i provvedimenti su lavoro, ma anche sulle liberalizzazioni e le partite ‘delicate’ di farmacie e assicurazioni. Certo, nel Jobs Act, “i licenziamenti collettivi rimangono con lo stesso dettato con cui sono usciti dal Cdm”, ma Renzi preferisce guardare, non tanto ai licenziamenti quanto “alle assunzioni collettive previste dai decreti attuativi”.

A questo si aggiungano gli sgravi sull’Irap per chi fa assunzioni per tre anni, la modifica del sistema di tutele crescenti del contratto a tempo indeterminato.Il messaggio che l’esecutivo vuol inviare agli imprenditori e’ “ora o mai piu'” per le assunzioni, “gli alibi sono finiti”.

L’altra partita del Cdm di oggi ha riguardato le liberalizzazioni, la concorrenza. Per dirla con linguaggio renziano, “l’Italia semplice”. Un disegno di legge, chiarisce il premier, che serve ad “attaccare alcune rendite di posizione”. Un’altra sforbiciata per ridurre il gap “tra chi gode di una rendita e chi non ce l’ha, ma anche perche’ tentiamo di eliminare norme di troppo”, aggiunge.

“Un provvedimento a lungo atteso”, spiega il ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi. Una norma che “cammina su due gambe.
Il calo delle tariffe e edei prezzi, per i consumatori; l’apertura di nuove fette di mercato per gli imprenditori”.

Nel dettaglio, sulle farmacie, spiega Guidi, “ci sembrava moderno togliere il vincolo oggi esistente delle quattro licenze, abbiamo eliminato questo tetto. Per irrobustire, anche dal punto di vista patrimoniale, le farmacie abbiamo inserito la possibilita’ di avere societa’ di capitale”. Rimane la presenza del farmacista nel punto di vendita e la modalita’ di distribuzione dei farmaci di fascia C.

Per quello che riguarda le assicurazioni, via libera agli sconti da parte delle compagnie laddove l’assicurato accetti di fare ricorso a strumenti quali la scatola nera a bordo e il controllo preventivo del veicolo. Via libera alla portabilita’ dei fondi pensione e stop al ricorso al notaio per le transazioni al di sotto dei 100 mila euro.

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