Salute

Caltanissetta, Borsellino quater. Teste: “Uomo dei servizi interessato alla borsa”

Redazione

Caltanissetta, Borsellino quater. Teste: “Uomo dei servizi interessato alla borsa”

Gio, 05/02/2015 - 12:26

Condividi su:

CALTANISSETTA – Subito dopo la strage di via d’Amelio, un poliziotto, Giuseppe Garofalo (sentito per la prima volta dai magistrati nel 2005), all’epoca in servizio alla Sezione Volanti della questura di Palermo, fu avvicinato da una persona che disse di appartenere ai servizi. A riferirlo e’ stato lo stesso agente, deponendo oggi a Caltanissetta al processo Borsellino quater. “Non ricordo tuttavia -ha detto il teste- se questa persona mi chiese qualcosa a proposito della borsa del giudice Borsellino o se lui era gia’ in possesso della borsa. Lo lasciai andare solo perche’ mi esibi’ i documenti. Questa persona io non l’ho piu’ vista. Era di altezza media, carnagione chiara, pochi capelli e indossava una giacca. Questo e’ un particolare che ha attirato la mia attenzione perche’ eravamo in estate. E’ stato un contatto duro, veloce. Il nostro obiettivo era salvare le persone che vivevano in quel luogo perche’ per i nostri colleghi non c’era piu’ nulla da fare”.

Rispondendo ad una domanda del Pm Stefano Luciani, se sul luogo dell’attentato ci fosse il giudice Giuseppe Ayala, il teste ha risposto di averlo visto solo dopo, nel tardo pomeriggio, all’inizio di via d’Amelio, quasi all’incrocio con via Autonomia Siciliana, nei pressi della ringhiera del palazzo dove viveva la madre del giudice. “Ayala era insieme ad altre personalita'”, ha detto Garofalo, che altri agenti delle Volanti fu uno dei primi ad arrivare sul luogo della strage. “Ci siamo subito resi conto che non c’era piu’ nulla da fare per il magistrato -ha riferito- decidemmo di aiutare le persone che vivono nella zona perche’ i danni causati dalla deflagrazione erano enormi. Sembrava un film da guerra. Ho la percezione di essere entrato addirittura nella casa del giudice e di aver preso la mamma. Quando siamo arrivati non c’era nessuno. Poi sul luogo dell’esplosione sono arrivati parecchi personaggi noti, magistrati, carabinieri, poliziotti. C’era molto fumo e la visibilita’ era pessima. Non mi pare che ci fossero fiamme all’interno dei mezzi blindati”.