BUTERA. La questione del piano del traffico sta rischiando di aprire una crisi in seno alla maggioranza che sostiene il sindaco Luigi Casisi. E’ questa l’impressione che se ne ricava dalle recenti evoluzioni politiche che si stanno registrando su questo fronte. Dopo la recente posizione di Filippo Balbo che ha considerato “una provocazione ed un’offesa a tutta la cittadinanza” la scelta operata dall’amministrazione comunale di portare a 50 euro l’anno il costo degli abbonamenti per la sosta a pagamento sulle strisce blu per i dipendenti comunali, 80 euro per i commercianti e 100 euro l’anno per i residenti, a replicargli è stato il capogruppo di maggioranza Gino Vassallo con un comunicato stampa: “Ricordo a Balbo che questa posizione della “discriminante classista privilegiata” l’avrebbe dovuta sollevare e sostenere in sede di Consiglio Comunale, quando il Piano era in fase di definizione e figuravano le stesse categorie da lui citate (discriminate), con la sola differenza che il costo degli abbonamenti, allora, era più del doppio rispetto a quello che oggi l’amministrazione ha ridotto e che lo ha fatto indignare”. Gino Vassallo ha poi tenuto a precisare che “questo piano è stato approvato all’unanimità dall’intero Consiglio Comunale (maggioranza e opposizione), ed è ridicolo sentire oggi dagli stessi che lo hanno approvato critiche fuori luogo dal sapore populista, falsando la realtà proponendo demagogicamente la revoca dell’atto di giunta, pena il ritiro dei due assessori ed il sostegno in Consiglio”. Vassallo ha poi concluso: “A questo punto sono io che chiedo al Sindaco di azzerare l’intera Giunta e portare il Piano del Traffico in Consiglio Comunale per revocarlo definitivamente, e non per cambiarlo!”. Dunque, una rottura politica vera e propria quella che sembra profilarsi all’orizzonte, tanto che Vassallo ha concluso: “Non sono più disponibile a continuare ad approvare provvedimenti con soggetti politici, che alla prima difficoltà, scaricano le loro responsabilità lasciando il cerino dell’impopolarità nelle mani degli altri, credendo così di potersi costruire una nuova “verginità” politica; non è ammissibile che un consigliere o un amministratore, alle prime difficoltà, si nasconda dietro un dito, non assumendosi le proprie responsabilità per la sola paura di apparire impopolare”.