GIU’ CONSUMI E INVESTIMENTI. A incidere sulla contrazione del sistema produttivo sono stati, dal lato della domanda, la riduzione dei consumi delle famiglie che registrano a livello regionale negli anni 2008-2013 un calo medio annuo del 2%, indotto dalla contrazione dell’occupazione (-1,9% l’anno), dalla riduzione del reddito disponibile (-1,9% l’anno in termini reali) e dalla contrazione del credito specificamente erogato (-5,9%). Dal lato della domanda gli investimenti subiscono nel periodo considerato una contrazione media del 6,8%. Mettendo a fuoco gli anni della crisi (2008-2014), si puo’ ricavare, includendo le stime Prometeia per il 2013-2014, una variazione media annua per l’agricoltura di -1,5% e una di -1,6% per i servizi. Valori ben piu’ gravi sono pero’ quelli dell’industria in senso stretto (-5,5%) e delle costruzioni (-8,1%) che manifestano una perdita strutturale, difficilmente recuperabile, di capitale fisso e risorse di lavoro. Le stime per il 2014 sembrano comunque indicare una attenuazione delle tendenze recessive nell’agricoltura e nei servizi che, per quest’ultimo settore, sono probabilmente da ascrivere ad una ripresa del turismo.
LAVORO A PERDERE. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nel 2013, in Sicilia, si e’ osservata una minore occupazione di 73 mila unita’ (-5,3%), ed un tasso di disoccupazione del 18,6%. I dati piu’ recenti riferiti alla media delle tre rilevazioni del 2014, mostrano un’ulteriore contrazione del numero di occupati (-2,3%) ed un tasso di disoccupazione che si attesta sul 22,3%, avendo toccato il 23,2% a inizio d’anno.” Si tratta della maggior quota di persone in cerca di occupazione fra le regioni, alimentata sia dalla perdita di posti di lavoro da parte degli occupati, sia del crescente numero di inattivi che si rimettono in gioco per contrastare il calo dei redditi familiari”, sostiene l’analisi congiunturale.
Anche nel terzo trimestre del 2014 il calo delle imprese industriali attive appare evidente, con un ammontare pari a 34.994 unita’, il 2,4% in meno rispetto all’ammontare dell’analogo periodo dell’anno precedente. In un tale contesto critico, l’andamento delle vendite all’estero ha rappresentato nel 2013 un segnale positivo, facendo registrare un incremento del 6,6% rispetto all’analogo valore dell’anno precedente, a fronte di un -15,6% per il complesso del settore industriale.
L’EXPORT IN AFFANNO MA TORNANO I TURISTI. Le cifre recenti sull’export industriale siciliano, riferite ai primi sei mesi dell’anno, non confermano tuttavia tale tendenza. Per il complesso dei prodotti industriali si osserva una flessione in valore dell’11,8%. La dinamica negativa riguarda in particolare i comparti di maggior peso in Sicilia, quali la chimica (-32,1%), la farmaceutica (-47%) e l’elettronica (-11%). Il turismo siciliano, dopo aver archiviato il 2013 con un risultato negativo, mostra segnali di ripresa: il numero di presenze e’ stato pari a 7,6 milioni, in crescita del 3,6% su base annua. Riprendono a crescere le presenze italiane (+9,1%), mentre si riducono quelle degli stranieri (-1,4%).
‘CROLLANO’ LE COSTRUZIONI. Il settore delle costruzioni per il 2013 segna un calo del 10,4% e per l’anno in corso c’e’ una ulteriore contrazione in termini reali del 4,7%. Si intravedono comunque deboli segnali di ripresa nei primi mesi del 2014, nella produzione di cemento e negli importi dei lavori pubblici posti in gara. E nei primi otto mesi del 2014 si registra un aumento sia del numero di gare bandite (0,6%) sia dei relativi importi (7,9%). In flessione il numero degli occupati:-5,8%. Il terziario, che copre oltre l’80% del volume di attivita’ economica dell’Isola, ha continuato a mostrare un andamento negativo. Il valore aggiunto ha manifestato una riduzione di 3,3 punti percentuali nel 2013, con una tendenza al rallentamento della fase recessiva (-1%) nel 2014. Il settore siciliano dei servizi e’ composto da 214 mila imprese attive, per il 57% circa operanti nel commercio, con un aumento delle imprese operanti nell’alloggio e ristorazione (3,4%), nelle attivita’ finanziarie (2,1%) e nell’informazione e comunicazione (4,7%), a fronte di un calo osservato nel commercio (-0,9%) e nei trasporti (-1,1%).