La parabola parla di un uomo che parte per un viaggio e affida i suoi beni ai suoi servi. A un servo affida cinque talenti, a un secondo due talenti e a un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma ricevuta, riescono a raddoppiarne l’importo; il terzo invece va a nascondere il talento ricevuto.
Quando il padrone ritorna apprezza l’operato dei primi due servi; condanna, invece, il comportamento dell’ultimo.
Ognuno di noi ha dei “talenti” dateci dal Creatore: abilità particolari da utilizzare e mettere a frutto all’occorrenza.
Abilità: Capacità di svolgere una particolare forma di attività, differisce dall’attitudine perché questa è originaria, naturale, innata, spontanea, mentre l’abilità è frutto della volontà, anche se può svilupparsi sul fondamento di una disposizione innata (cit voc. Treccani).
La sfida non sta, però, nel far fruttare le attitudini, quindi, ciò che abbiamo la capacità di fare in maniera naturale, bensì nel formare nuove “abilità” chiamate competenze.
Compito di un capo è far crescere le competenze dei ragazzi, cioè far uscir fuori qualcosa che è meno naturale del talento innato.
Ogni ragazzo, impegnandosi, riesce a raggiungere competenze sempre nuove, compatibili all’età e alle capacità personali.
La conquista delle competenze è il cuore della branca Esploratori e Guide; tramite l’esca della conquista di competenze, i ragazzi crescono in responsabilità, riuscendo a proiettare se stessi nel prossimo futuro.
Le competenze rispetto alle abilità naturali, si ottengono per piccoli passi, attraverso step che portano i ragazzi a progettare e progettarsi; queste si ottengono con impegno: nulla è gratuito, ma con il giusto impegno si raggiungono risultati a volte insperati.
Le competenze personali messe insieme danno vita a competenze di gruppo (il piccolo gruppo squadriglia) quindi, ad una visione più ampia rispetto al singolo o personale.
L’AGESCI mette a disposizione di capi e dei ragazzi una molteplicità di “specialità” tale che ogni ragazzo possa trovare qualcosa di appassionante da imparare.
Le competenze conquistate vengono messe a disposizione della comunità, non restano quindi, fini a se stesse, anzi vengono valorizzate, con altri strumenti del metodo (“imprese” o specialità di Squadriglia).
Inoltre, seguendo personalmente il “sentiero” di ogni singolo ragazzo, i capi possono facilmente lanciare le dovute esche educative, tali da appassionare sempre i ragazzi verso nuove competenze, rendendo così sempre nuovo e vario il loro percorso educativo.
Ivan Mastrosimone – Incaricato alla Branca EG della Zona Castelli Nisseni