Salute

Guerriglia e assalti al cantiere Tav di Chiomonte, 47 condanne: inflitti complessivamente 142 anni e 7 mesi di carcere

Redazione

Guerriglia e assalti al cantiere Tav di Chiomonte, 47 condanne: inflitti complessivamente 142 anni e 7 mesi di carcere

Mer, 28/01/2015 - 16:51

Condividi su:

La sentenza arriva poco meno di un mese dopo la cancellazione da parte della Corte d’Assise dell’accusa di terrorismo contro altri 4 No Tav vicini all’area anarchica, protagonisti di un assalto messo a segno nel maggio del 2013 in quello stesso cantiere. E chi sperava che anche il maxi processo durato più di due anni contro i 53 finisse con un nulla di fatto – o quantomeno con un numero congruo di assoluzioni, e per gli altri condanne decisamente blande – è stato un colpo durissimo. Tra loro c’è Alberto Perino, leader storico del movimento dice: «Questa sentenza sa più di vendetta che di giustizia». Mentre lo storico avvocato del movimento No Tav, Roberto Lamacchia, commenta: «Una sentenza già scritta, ma con pene spropositate».

I risarcimenti. Il riferimento è alla consistente provvisionale che i condannati dovranno versare alle parti civili: oltre 142 mila euro. L’elenco è lungo. Ci sono, ovviamente, i poliziotti rimasti feriti durante le due operazioni di val di Susa (a loro andranno 42 mila euro), c’è il Sap, il sindacato autonomo di Polizia, e ci sono il ministero dell’Interno e quello della Difesa a cui devono andare 93 mila euro. In separata sede, ovvero attraverso una causa civile, sarà determinata l’entità del risarcimento. Nel dispositivo manca Ltf, la società che si occupa della realizzazione della linea ferroviaria. Che, proprio pochi giorni fa, aveva ottenuto un risarcimento di 200 mila euro per il blocco delle operazioni di carotaggio all’autoporto di Susa, avvenuto nel 2010 da parte di un gruppo di No Tav. Un altro colpo durissimo al movimento, che fino ad oggi era sempre riuscito ad uscire indenne dalle azioni risarcitorie.

A Torino tensioni. La sentenza del tribunale di Torino ha ovviamente riacceso gli animi di chi contesta il supertreno. Se dopo la cancellazione del reato di terrorismo anche per il secondo gruppo di anarchici arrestati sempre per l’attacco del maggio 2013 al cantiere di Chiomonte, il livello di conflitto sembrava essersi attenuato, la protesta è riesplosa con potenza. A Torino, subito dopo la lettura del dispositivo (durata più di un’ora) un consistente gruppo di attivisti ha bloccato il traffico per oltre mezz’ora su corso regina Margherita, una delle arterie più trafficate della città, è in valle che ci sono stati i momenti di tensione maggiore.

Bloccata per protesta l’autostrada. In serata, a Bussoleno, un gruppo di manifestanti ha bloccato l’autostrada a A32 Torino – Bardonecchia e la statale 24. I manifestanti hanno lanciato sassi e fumogeni contro le forze dell’ordine. Per ragioni di sicurezza – a causa del fumo – in entrambe le carreggiate è stato necessario chiudere l’autostrada. Tre persone sono state fermate. La marcia era stata organizzata dai comitati di valle come risposta alla condanna emessa poche ore prima. E il sito No Tav.Info comemnta così: «Questa viene data al Movimento No Tav tutto, perché dopo decenni ancora non abbassiamo la testa e continuiamo a lottare, forti della ragione e della volontà (mai negoziabile) di difendere la nostra valle e le nostre vite».

Airaudo: “Condanna spropositata”, Esposito: “La giustiza fa il suo corso”. Intanto l’ex segretario Fiom, oggi parlamentare di Sel,Giorgio Airaudo, così scrive su Twiter: «Questa è una condanna pregiudiziale e spropositata. L’ordine pubblico non può sostituire la politica che latita». Di segno opposto quella del suo collega del pd, Stefano Esposito, da sempre favorevole al progetto del supertreno, che dice: «La giustizia fa il suo corso e si rispetta».  (di Andrea Rossi, fonte la stampa.it)