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Caltanissetta, inaugurazione anno giudiziario: “Organico carente, ma continua la lotta alla mafia”

Redazione

Caltanissetta, inaugurazione anno giudiziario: “Organico carente, ma continua la lotta alla mafia”

Sab, 24/01/2015 - 10:57

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CALTANISSETTA – Inaugurato l’anno giudiziario a Caltanissetta, il presidente della Corte D’Appello Salvatore Cardinale, ha iniziato sottolineando i vuoti di organico che però non hanno diminuito la capacità operativa della magistratura che ha ottenuto confortanti risultati nella lotta alla mafia.

Rimangono ancora molti posti scoperti nel distretto giudiziario di Caltanissetta, dove i vuoti di organico raggiungono punte che superano il 30%. In breve tempo sono stati trasferiti molti magistrati e immessi in servizio alcuni magistrati di prima nomina, insufficienti nel numero a coprire i buchi. Emerge dalla relazione illustra tata dal presidente della Corte d’Appello, Salvatore Cardinale, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Tra gli esempi citati, con riferimento ai Tribunali ordinari, il numero dei giudici togati in servizio e’ stato pari a 43 unita’ a fronte di un organico complessivo di 56 magistrati, con una scopertura media del 23% (23% nell’anno precedente) e un picco del 33% per quanto riguarda il Tribunale di Gela. Al 30 giugno 2014 nel Tribunale di Caltanissetta, “cui va il triste privilegio di avere subito nell’arco di pochi mesi il piu’ massiccio trasferimento di giudici nella sua storia”, ha osservato Cardinale, sono mancati alla fine dell’anno in esame 6 giudici su un organico di 27 unita’ con una scopertura percentuale del 26%; al Tribunale di Enna sono mancati 3 giudici su un organico di 17 unita’ con una scopertura percentuale del 18%; al Tribunale di Gela sono mancati 4 giudici su un organico di 12 unita’ con una scopertura percentuale del 33%. La Dda di Caltanissetta, ha registrato alla fine dell’anno in esame la mancanza di 4 Sostituti, a fronte di una previsione organica complessiva di 16 unita’ cui vanno sommati il Capo dell’ufficio e 2 Procuratori aggiunti. L’indice di scopertura e’ stato pari al 25%. I sostituti addetti alla Direzione distrettuale antimafia sono rimasti nella soglia minima di 5, su una previsione di 7 magistrati. L’indice complessivo di scopertura e’ stato pari al 25%.
“La Dda ha continuato ad indagare sulle stragi di Capaci e via D’Amelio, indagini sfociate in un procedimento penale nei confronti di sette persone, appartenenti al mandamento mafioso palermitano di Brancaccio, coinvolti nell’attentato al giudice Falcone e mai prima di allora interessati dalle indagini a suo tempo condotte, nonche’ di colui che aveva fornito l’esplosivo utilizzato nella strage di Capaci e negli altri fatti eclatanti successivamente avvenuti in Sicilia e nel Continente”. Lo ha detto il presidente della Corte d’Appello, Salvatore Cardinale, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Cosa nostra, come succede oramai da diversi anni non ricorre piu’, salvo i casi di assoluta “necessita'”, ha osservato Cardinale, mentre “ai delitti di sangue o ad altre eclatanti manifestazioni di violenza, privilegiando invece il rafforzamento dell’infiltrazione sistematica e silenziosa nel tessuto economico – imprenditoriale per dominarne alcuni settori o comunque per trarre da essi profitti illeciti da reimpiegare, attraverso prestanome, in canali legali”. I reati legati all’associazione mafiosa sono diminuiti del 24% (+133% nell’anno precedente), essendo stati annotati complessivamente 166 procedimenti (214 nell’anno precedente), di cui 124 (171 nell’anno precedente) a carico di noti.
“Il livello di infiltrazione delle associazioni mafiose operanti nel Distretto rimane ancora elevato” e “la mafia mantiene tuttora una sua debordante vitalita’ ed e’ alla ricerca di nuovi equilibri”. Il presidente della Corte di appello di Caltanissetta, Salvatore Cardinale, continua: “Ci sono ancora boss che impartiscono ordini dal carcere e che continuano a mantenere e ad esercitare il loro antico potere”, sottolinea il magistrato e riferisce che l’anno scorso “e’ stato caratterizzato da intimidazioni, minacce, insinuazioni e delegittimazioni varie rivolte a magistrati, funzionari pubblici e rappresentanti di organizzazioni private, specie quelli piu’ esposti sul campo dell’antimafia e della lotta all’illegalita’. Si tratta -secondo Cardinale- di segnali che sembrano manifestare un parziale cambiamento della strategia fin qui perseguita del cosiddetto ‘inabissamento’ a favore della scelta di una maggiore visibilita’ anche mediatica dell’insofferenza sempre piu’ crescente verso l’azione di contrasto che tuttora e’ condotta dallo Stato e che trova l’adesione in alcuni protagonisti di un’imprenditoria libera e illuminata”. In tal senso, da parte degli investigatori, sono stati interpretati gli attacchi contro i nuovi vertici confindustriali siciliani e nisseni, “spesso aggrediti attraverso il metodo subdolo della diffamazione e del discredito mediatico, e l’accentuata campagna di delegittimazione condotta a tutto campo contro vari protagonisti dell’antimafia operativa, mirati a riprodurre una strategia della tensione che potrebbe tradursi in azioni eclatanti”. Anno giudiziario: Caltanissetta, mafia conserva forte vitalita’. Nel Nisseno, Cosa nostra continua ad essere organizzata nei mandamenti di Mussomeli, Vallelunga Pratameno, Riesi e Gela e, per quanto riguarda la provincia di Enna, in varie famiglie. I capi dei diversi clan rimangono fedeli ai vecchi modelli. Nel territorio di Gela, prosegue la pax raggiunta fra Cosa nostra e Stidda, e sono sempre presenti bande di minorenni “legati a personaggi del sottobosco mafioso, pericolosamente disponibili a compiere azioni criminali”. Nell’Ennese, si mantiene l’influenza della mafia catanese. I boss mirano ancora al controllo delle attivita’ imprenditoriali, cercano figure di riferimento nei settori politici e mira ad infiltrarsi nella pubblica amministrazione per accedere a finanziamenti pubblici, specie nel campo degli aiuti all’economia agricola. Nel circondario, i clan continuano a vessare commercianti, imprenditori e artigiani, con estorsioni, danneggiamenti e altre svariate forme di coartazione, spesso camuffate da offerte di forniture, di servizi e di manodopera. La criminalita’ continua a puntare i suoi interessi sul gioco d’azzardo e sui videogiochi, sulla gestione delle sale scommesse e sul sempre redditizio traffico illegale degli stupefacenti. La mafia continua ad essere operativa in Liguria, Toscana e Lombardia, dove sono presenti personaggi affiliati o comunque riconducibili ad organizzazioni mafiose del Distretto, e alla mafia gelese in particolare, impegnati tra l’altro nel riciclaggio di denaro attraverso investimenti in attivita’ imprenditoriali ovvero nell’usura.
Anno giudiziario: Caltanissetta, antimafia in crisi stop proclami
“Non possono passare sotto silenzio le recenti polemiche che hanno diviso il mondo produttivo, anche in questo distretto, e che hanno riguardato imprenditori in passato distintisi per il loro palesato impegno contro la mafia ma oggi accusati di averlo strumentalizzato per conseguire interessi propri. Al riguardo, va certamente condiviso il pensiero di chi, di fronte alla crisi che sta colpendo il fronte antimafia, ricorda che la lotta alla mafia non e’ fatta di proclami, ma di un’etica incarnata nelle piccole cose, nell’essere cittadini nel senso profondo del termine, attenti al bene comune e alle responsabilita’ che una democrazia richiede e suggerisce di fare pulizia laddove occorra, smascherare le ambiguita’, le truffe e le ipocrisie”. Lo afferma nella sua relazione, il presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Salvatore Cardinale, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Un riferimento che sembra rimandare alla vicenda del presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, i cui uffici e le cui abitazioni sono stati recentemente perquisiti. (fonte Agi)