Poi dice che i videogiochi non sono educativi! Alla quarta superiore del liceo linguistico e di scienze umane ‘Isabella d’Este’ di Tivoli (Roma) hanno studiato la rivoluzione franceseanche con questo strumento, precisamente con Assassin’s Creed : Unity, un videogioco d’azione molto popolare che in quest’ultimo episodio si concentra sulla Parigi di fine ‘700. Una professoressa di storia e filosofia, Rosaria Romano, ha messo al centro quest’ambientazione per un’iniziativa che ha visto impegnati gli studenti divisi in base alla conoscenza del gioco e dell’argomento storico. Nella scuola che si aggiorna anche questo diventa un metodo interessante, capace di catturare l’attenzione anche dei più recalcitranti.
“A ispirarci è stato il successo presso gli alunni dei capitoli precedenti – dice in un’intervista all’ANSA la docente – molti di loro avevano tratto interesse per il Rinascimento o le Crociate grazie al gioco, così la riposta a questa iniziativa è stata entusiasmante”. Il gioco è stato preso come spunto per diversi percorsi di studio, a partire dalla Storia dell’Arte: ‘Assassin’s Creed: Unity’ mostra infatti una cura per i particolari paesaggistici al limite della ricostruzione digitale in scala 1:1, al punto che un anno intero di sviluppo è stato speso solo per la ricostruzione digitale di Notre-Dame. La presenza di scenari visitabili anche internamente, come la reggia di Versailles o il palazzo del Lussemburgo, non è però solo uno spunto per lo studio dei monumenti: “Uno degli elementi che ha più affascinato gli studenti è l’immersione nella realtà quotidiana della Parigi del tempo: con le scene del mercato e il brulicare delle strade sono arrivati a concetti che solo a fatica si comprendono da un testo scritto”. Così, se il gioco di per sé si presta a uno studio della storia non nozionistica ma piuttosto della mentalità e del vissuto, l’esperienza immersiva giunge ad essere uno strumento di approfondimento oltre che di scoperta e invito allo studio: “Dal semplice gioco siamo arrivati a riflettere sulla storiografia di Jacques Le Goff”.
Come nei titoli precedenti, anche l’ultimo capitolo di ‘Assassin’s Creed’ porta in vita personaggi storici realmente esistiti: il Marchese De Sade, Maria Antonietta, Luigi XVI, Napoleone Bonaparte, il Marchese di Mirabeau e Maximilien de Robespierre non sono soltanto comparse, ma spesso attori importanti della trama, alle necessità della quale si piega la veridicità storica. “Qui l’idea è stata di ricercare l’impatto che questa trattazione di fantasia ha avuto in Francia, come è stato accolto: le critiche al gioco dalla sinistra francese per il ruolo negativo di Robespierre ha portato i ragazzi a riflettere sulla percezione della Rivoluzione in Francia e fuori e da lì all’opinione dei contemporanei e dei posteri su altre figure come quella di Mazzini“. Infine i gruppi di lavoro hanno riflettuto anche sull’uso della violenza nel medium culturale, a partire dal ruolo essenziale che questa ha nel gameplay di ‘Unity’, così come di tutti i videogiochi del suo genere: “Per i ragazzi questa violenza si spiega come quella dei film di guerra, qualcosa di catartico e non finalizzato a sé stesso”, dice la docente. In conclusione, per la professoressa Romano, il videogame può essere una frontiera dell’insegnamento: “Da una parte è stato uno strumento di didattica per trovare l’approccio migliore con alunni più estranei allo studio, dall’altra ha portato lo studio a un grado superiore unendo un livello cognitivo esperienziale e uno astratto”. Per questo la docente sta già pensando di ripetere l’iniziativa con altre classi e con i giochi ‘Assassin’s Creed 2’ e ‘Brotherhood’, ambientati nell’Italia del ‘400: “Sono titoli che interessano molto anche le studentesse, e in più quasi tutti gli alunni ne possiedono già una copia!”. (Fonte ansa.it)