Si tratta di una speciale tecnica medico-chirurgica multidisciplinare che prevede il parto pilotato di un feto ad altissimo rischio di vita e il trattamento chirurgico gia’ nei primi minuti dopo la nascita. Per eseguire tutta l’operazione e’ stato fondamentale il lavoro di squadra e la collaborazione tra personale medico ed infermieristico del Ccpm (cardiologi, anestesisti/rianimatori e cardiochirurghi pediatrici e infermieri specializzati) e il personale delle Unita’ Operative di Neonatologia, Ginecologia, Anestesia e Centro Trasfusionale dell’Azienda Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello. Diverse equipes, infatti, partecipano alla realizzazione di un “Exit procedure” in caso di cardiopatia congenita complessa o di anomalie della conduzione atrioventricolare: ginecologi, anestesisti generali, neonatologi, cardiologi pediatrici, anestesisti-rianimatori pediatrici, cardiochirurghi pediatrici, tecnici di circolazione extracorporea, personale infermieristico altamente specializzato, personale del centro trasfusionale e bioingegneri. Il coordinamento delle equipes coinvolte, l’utilizzo di materiale sofisticato e dedicato, oltre alla strategia pianificata e condivisa rappresentano dunque la chiave per un risultato eccellente insieme naturalmente all’alto livello professionale del personale medico. Il parto di Margherita, questo il nome della piccolissima paziente, e’ stato quindi programmato per dare la possibilita’ alle equipes mediche di trovarsi contemporaneamente in ospedale e preparare con precisione e sincronizzazione la nascita e l’immediato, successivo intervento al cuore della bimba prematura. La procedura e’ stata gia’ sperimentata per il trattamento di feti affetti da severe ostruzioni delle vie aeree e solo da poco si e’ arrivati ad estenderlo e utilizzarlo in molti casi di cardiopatie congenite incompatibili con la vita. Sin qui l’aspetto tecnico, ma veniamo alla storia della piccola paziente. I suoi genitori, entrambi palermitani, scoprono gia’ alla 28esima settimana di gravidanza, durante un esame di ecografia fetale di routine effettuato a Palermo, che il cuoricino della loro piccola bimba, seppure perfetto nella struttura e nell’anatomia, “batte” con un ritmo fortemente patologico di circa 40 battiti per minuto (contro la normalita’ dei 160). In questi casi, oltre naturalmente all’arresto cardiaco fetale -la cosiddetta “morte fetale”- la causa piu’ frequente di decesso e’ lo scompenso cardiaco che comporta la sofferenza degli organi e infine l’idrope fetale. Da allora, circa un mese fa, la mamma e’ stata seguita con grande attenzione e controlli frequentissimi negli ambulatori del Centro taorminese, dove e’ stato osservato lo stato di salute del feto nonostante la severa bradicardia persistente. Giunta alla 32esima settimana di gestazione e confermati i dati iniziali di scompenso cardiaco, i medici del Ccpm, d’accordo con i colleghi dell’Ospedale Cervello di Palermo, hanno deciso di programmare l’Exit procedure” e di impiantare un pacemaker epicardio definitivo, utilizzando il piu’ piccolo a disposizione. Il delicatissimo intervento che ha comportato l’apertura del minuscolo torace di Margherita, e’ stato eseguito quindi in sala parto in maniera da appoggiare i cateteri definitivi per la stimolazione salvavita e impiantare il pacemaker definitivo in una tasca addominale preparata chirurgicamente. Tutte le equipes si sono quindi date appuntamento nella sala parto dell’Ospedale Cervello di Palermo, e in dieci minuti Margherita e’ stata fatta nascere con parto cesareo. Immediatamente intubata, la bimba ha ricevuto i primi farmaci nel catetere posizionato all’interno del cordone ombelicale. Alla nascita il suo cuore batteva ancora piu’ lentamente, a causa della fatica naturale di sostenere tutte le nuove funzioni neonatali. Ma l’intervento cardiochirurgico e’ stato tempestivo e il pacemaker ha iniziato a funzionare gia’ dopo 8 minuti e cosi’ e’ stato possibile trasferire la bambina nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del nosocomio palermitano diretto dal dott. Giorgio Sulliotti specializzato in parti a rischio. Attualmente, la bimba respira da sola e le sue condizioni generali sono molto soddisfacenti.