GELA. La Guardia di Finanza ha eseguito a Gela nove misure di custodia cautelare. Tre persone sono finite in carcere, una ai domiciliari e per altri cinque è scattato l’obbligo di firma. Gli indagati sono accusati di furto pluriaggravato, ricettazione, simulazione di reato, danneggiamento e falso.
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura di Gela, hanno consentito di scoprire molti episodi di sottrazione e ricettazione di cospicui quantitativi di carburante nei confronti di alcune aziende operanti nell’area costiera. Il carburante trafugato, veniva trasportato ed occultato in depositi temporanei e poi veniva rivenduto a prezzi particolarmente vantaggiosi. Nel mirino, sono finiti alcuni dipendenti di un’impresa operante nel settore del disinquinamento marino che opera lungo l’area antistante il litorale gelese. La presunta organizzazione, oltre a dedicarsi al furto di gasolio, si occupava anche del furto di altri materiali, come panetti di piombo da piattaforme galleggianti e tubature di rame che poi venivano rivenduti dietro ordinazione. Le indagini hanno anche consentito di far luce su alcuni danneggiamenti commessi all’interno del porto rifugio di Gela. Nell’ambito dell’inchiesta, sono stati sequestrati un’automobile, un furgone e un’imbarcazione, utilizzati per il trasporto del carburante rubato e un’imbarcazione sulla quale uno degli arrestati aveva installato un motore rubato in precedenza da un altro natante ormeggiato nel porto rifugio di Gela, dopo aver provveduto a falsificare i relativi documenti. (di Donata Calabrese, fonte gds.it)
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