Salute

Loris, trovate chiavi e cellulari della madre. Lunedì vertice Procura, per restituzione salma

Redazione

Loris, trovate chiavi e cellulari della madre. Lunedì vertice Procura, per restituzione salma

Dom, 14/12/2014 - 20:26

Condividi su:

RAGUSA – Non si ferma l’inchiesta sulla morte del piccolo Loris. Le indagini proseguono incessanti per acquisire ulteriori elementi. La polizia scientifica ha trovato in casa della madre, Veronica Panariello, alcuni vecchi cellulari e una copia delle chiavi della casa, che saranno esaminati. Domani mattina la Procura di Ragusa farà un punto con gli investigatori e col medico legale. La Procura non ha ancora firmato il nulla osta che autorizza la consegna della salma alla famiglia. Lunedì i magistrati che seguono il caso e il medico legale Giuseppe Iuvara avranno una riunione per fare il punto della situazione e decideranno anche sull’eventuale data della restituzione del corpo.

Intanto Francesco Villardita, legale di Veronica Panarello, la madre di Loris, accusata di aver ucciso suo figlio la mattina del 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina nel Ragusano, afferma che combatterà “fino alla fine” perché crede “nell’innocenza” della donna. “Battaglierò con mani, piedi e denti – ha aggiunto il penalista – anche perché ho ricevuto molti messaggi di solidarietà per lei. Non credo che l’opinione pubblica l’abbia già condannata, anzi. Secondo me c’è un’Italia divisa tra colpevolisti e innocentisti”.

E il viceparroco della chiesa San Giovanni Battista di Santa Croce Camerina, don Flavio, nell’omelia domenicale ha ricordato la piccola vittima. “Loris è in paradiso, ha un compito importante: è un angelo di Dio. Preghiamo non per lui ma preghiamo lui”. “Caro Loris – ha invocato il sacerdote – facci essere portatori della luce, facci tornare a sorridere e ad amare”. “Il male – ha aggiunto don Flavio – non avrà l’ultima parola su di noi. Ma anche noi siamo chiamati a portare la gioia, come fa Dio con noi”. Ai bambini in chiesa il sacerdote ha chiesto: “Chi ha avuto paura del buio alzi la mano”. Don Flavio l’ha sollevata per primo seguito da tanti altri ragazzini. “Non è il buio che ci fa paura – ha aggiunto il viceparroco – perché conosco signore che ancora a 30 anni dormono con la luce accesa, ma ci fa paura essere soli e non protetti. Noi – ha concluso don Flavio – abbiamo bisogno del sorriso dei bambini, non sapete quanta forza dà”. (Fonte ansa.it)