RAGUSA – Tace perché è stata lei. E’ la spiegazione che il gip di Ragusa, Claudio Maggioni, dà al silenzio di Veronica Panarello, che avrebbe “mentito sulle fondamentali circostanze di avere accompagnato il figlio Loris a scuola il 29 novembre scorso. Per il giudice non è “ragionevole ritenere che di fronte alla tragica situazione di un figlio di 8 anni ucciso in un modo così brutale si rifiuti ostinatamente di raccontare la verità”. Nell’ordinanza di convalida del fermo e di emissione di ordine di carcerazione il gip fornisce una spiegazione: la mamma di Loris lo fa “in quanto lei stessa è la responsabile del grave delitto”.
Il gip di Ragusa sottolinea la “cinica condotta tenuta” da Veronica Panarello e la “evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze” con “un’azione efferata, rivelatrice di un’indole malvagia e prima del più elementare senso d’umana pietà”. Secondo il giudice, “dalla ricostruzione dei fatti” nei confronti della emerge un “quadro indiziario di rilevante gravità” per “l’omicidio del figlio Loris”. Il gip sottolinea poi come “la mancanza di elementi per comprendere il movente del gravissimo gesto non assume rilevanza”. L’emissione dell’ordinanza per la mamma del piccolo Loris, motiva Claudio Maggioni, è giustificata con un “fondato pericolo di fuga” della donna e per “l’estrema gravità del reato”.
Veronica Panarello, ricostruisce il gip, ha “avuto il tempo e l’occasione per uccidere il figlio strangolandolo, presumibilmente, con una fascetta stringicavo in plastica della “quale aveva disponibilità”. Poi, aggiunge il giudice, ha “avuto tempo e occasione per gettare il corpo esamine del piccolo Loris nel canale di scolo dove è stato trovato” nel pomeriggio del 29 novembre scorso. Secondo il giudice oltre al pericolo di fuga, che giustifica la convalida del fermo, c’è anche quello che la Panarello possa “commettere gravi delitti della stessa specie per cui si procede”.
“Dopo la valutazione degli elementi di prova si può affermare con ragionevole probabilità” che Veronica Panarello, il 29 novembre scorso, “non ha accompagnato il figlio Loris a scuola” e che “è passata dal luogo dove è stato trovato il corpo del piccolo per due volte, alle 8:33 e alle 9:25, rimanendo circa sei minuti in quella zona nella seconda occasione”, afferma il gip. Secondo il giudice sulle due situazioni, la donna “non ha fornito alcuna spiegazione, limitandosi a negarle puramente e semplicemente”. Per il gip, da quanto emerge dalla visione di filmati prodotti agli atti dell’inchiesta dalla Procura di Ragusa, su dati raccolti da polizia e carabinieri, “l’orario del secondo passaggio dell’auto nella strada del Mulino Vecchio è compatibile con l’ora della morte del bambino, stimata dal medico legale tra le 9 e le 10”. Il giudice sottolinea che Monica Panarello ha “negato decisamente di essersi mai recata sul luogo dove è stato trovato il corpo di Loris”, sostenendo di non conoscerlo. Circostanza, rileva, “non corrispondente al vero e smentita da un’intercettazione tra la madre dell’indagata, Angela Anguzza, e sua sorella Antonella Panarello, da cui risulta, invece, che la donna andava sempre a prendere l’acqua con la mamma da una fontana che dista dal posto circa 50 metri”.
Per rientrare in casa quando la mamma lo lascia davanti il portone del condominio Loris usa la copia di chiavi che sua madre ha in auto. E’ la ricostruzione dell’episodio fatta da Davide Stival, padre del bambino di 8 anni che, secondo l’accusa, sarebbe stato ucciso dalla madre, in una intercettazione agli atti del decreto di convalida del fermo della donna, firmato dal gip di Ragusa, Claudio Maggioni, per omicidio e occultamento di cadavere. Il padre è ascoltato da Polizia e Carabinieri, su disposizione della Procura, nella sua abitazione. Veronica Panarello, dopo avere lasciato rientrare nell’abitazione Loris e lasciato il figlio piccolo in una ludoteca, secondo quanto emerge dalle immagini riprese da una telecamera, parcheggia la sua Polo nera effettuando della “manovre in retromarcia per entrare nel garage di casa nonostante nel piazzale antistante vi sia un posto disponibile”. La donna, rileva il Gip, “apre il garage dall’interno, non avendo con sé le chiavi e vi posteggia l’auto”. Le chiavi di casa, “quelle che erano in macchina”, dice Andrea Stival parlando con dei familiari, “sono state date a Loris”. “Adesso questo qua mi viene in mente – aggiunge – perché lei ha un altro mazzo di chiavi dentro la macchina, dove ci sarà quella del garage”. Il papà del bambino dà la sua lettura dell’accaduto: “siccome queste (le chiavi, ndr) erano attaccate alle chiavi alle macchina, lei non poteva partire… quindi gli ha dato quelle che erano” dentro la Polo. La copia delle chiavi di casa, spiega Davide Stival, la teneva di “scorta in auto”. Loris le ha prese e “se ne è salito” a casa. “Quando lei è tornata – ricostruisce l’uomo – dovendo entrare nel garage non ha potuto aprire la porta, perché non aveva le chiavi: le aveva date a Loris…”. (Fonte ansa.it)