Sutera piccola Svizzera
Ma i problemi non mancano. E neanche le idee per risolverli. Come racconta Giuseppe Grizzanti, sindaco dell’unico Comune che in provincia può vantare la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e uno dei “Borghi più belli d’Italia”
di Rosario Neil Vizzini
Una doppietta di riconoscimenti senza uguali in provincia che attirano turisti da tutto il mondo, nuove tecnologie incastonate tra rocce e antichi quartieri, la raccolta differenziata e la caparbietà di una comunità aggrappata alla sua montagna. «È proprio per la nostra testardaggine che a noi suteresi ci chiamano testa di issu (testa di gesso)», esordisce Giuseppe Grizzanti, medico igienista, 60 anni, sposato e con due figli universitari, ospitando IlFattoNisseno nel suo ufficio di Sindaco affacciato sulla piazzetta-belvedere con il Municipio e la Chiesa Madre. Ma i problemi non mancano neanche a Sutera.
Cominciamo dalle cose belle, come è arrivata la bandiera del “Borgo più bello d’Italia”?
A noi la notizia è arrivata solo alla fine del procedimento previsto per l’inserimento nella lista dei Borghi più belli d’Italia del nostro quartiere più antico, il Ràbato. Quando l’Associazione che cura questa lista ha contattato il nostro assessore al Territorio Nino Pardi. Poi abbiamo saputo di essere stati monitorati per diverso tempo e di aver ricevuto anche delle visite in incognito.
Qual è il significato di questo riconoscimento?
Oltre alla soddisfazione, all’orgoglio direi, che si aggiunge a quello di essere già da tempo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, questo riconoscimento premia l’impegno nella conservazione del Ràbato, teatro ad esempio del nostro famoso Presepe vivente. Ma non vuol dire che il borgo diventa un museo, anzi il contrario, che va tenuto vivo. Come abbiamo fatto trasformando alcune antiche abitazioni in bed&breakfast, migliorando così l’accoglienza, e come stiamo facendo incentivando l’insediamento nel Ràbato di piccoli commercianti e artigiani attraverso sconti sulle imposte comunali e contributi per il restauro dei locali.
Parlando del Ràbato non possiamo non parlare dell’ascensore, perché non funziona?
Il punto è proprio quello, non è un ascensore. L’impianto adotta un sistema di risalita a piani mobili inclinati. E questo, se sul piano ingegneristico rappresenta un’innovazione, su quello autorizzativo è stato classificato come se fosse un tram o una cremagliera. E necessita quindi del nulla osta di un Ente di controllo delle Ferrovie, l’USTIF. Il quale dopo aver visitato l’impianto ha riscontrato delle carenze in termini di sicurezza. Per metterlo a norma servono 45 mila euro.
Non è una gran cifra…
Infatti non lo è, ma per noi che siamo un paese di sole 1.500 anime sì. Adesso non voglio fare proclami, né dare appuntamenti o date perché troppe ne sono state date. Dico solo che stiamo cercando di risparmiare, di raschiare come si suol dire il fondo del barile per racimolare questa cifra e mettere in moto l’impianto affinché possa dare nuova attrattiva al nostro borgo e facilitare l’accesso dei pellegrini al Santuario di Monte San Paolino. Magari chiederemo un prestito alla Cassa Depositi e Prestiti.
Venendo qui abbiamo trovato delle strade in condizioni pessime, di chi è la responsabilità della manutenzione?
Della provincia, ma non esiste più. Il che rende ancora più pressante un problema che da decenni affligge il Vallone, e che in tanti ci rimproverano: “Bellissima Sutera, ma raggiungervi è un’impresa”. Imboccando l’ultimo tratto di strada verso Sutera certamente avrà visto l’inizio ideale della Superstrada del Vallone, sempre accennata e mai realizzata.
Sì, la famosa Superstrada… ma come intendete muovervi per superare questo isolamento?
Intanto occorre portare la questione in seno ai nuovi liberi Consorzi tra comuni che prenderanno il posto delle province per cercare di trovare con gli altri sindaci degli accordi per la manutenzione di queste strade. Ma se mi posso permettere e senza voler fare polemica la mia idea è un’altra. Da sempre la nostra zona ha espresso politici sia a livello regionale che nazionale, quello che chiedo è se sia possibile, attraverso questi rappresentanti, scegliere una, due strade che attraversano il Vallone e farle diventare da provinciali a statali in modo che siano affidate all’Anas e la manutenzione sia garantita.
Senta… ho visto i risultati della raccolta differenziata. E lei è uno dei più virtuosi e tra quelli che gode del maggior sconto sull’imposta comunale.
Allora… Intanto io sono medico igienista. E per essere sincero devo anche essere poco galante, denunciando la fissazione di mia moglie per la differenziata. Sono 27 anni, e cioè da quando siamo sposati, che a casa mia si differenzia di tutto. Si figura che fino a pochi anni fa, quando qui non c’era ancora il servizio, quando andavo a Palermo per lavoro mi riempiva la macchina di ogni sorta di rifiuti. Ma al di là delle mie vicende familiari, quello di cui possiamo vantarci a Sutera è di poter fare concorrenza perfino alla Svizzera per il senso civico dei nostri concittadini.
Come funziona questo servizio di raccolta differenziata?
E’ già da qualche anno che lo facciamo. Ma da alcuni mesi abbiamo avviato un nuovo progetto con la società uno@uno quadruplicando i volumi della roccolta. Il sistema è molto semplice: i cittadini differenziano carta, vetro, alluminio e plastica e su ogni sacchetto appongono un adesivo colorato che ne individua il contenuto, dopodiché i sacchetti vengono pesati e portati nelle isole ecologiche. In base al peso è assegnato uno sconto sull’imposta comunale sui rifiuti. Mentre in discarica finisce soltanto l’umido.