Insomma l’argomento è ancora bollente, anche se, a farne le spese finora, è stato il marchio Moncler, penalizzato da un ribasso delle azioni quotate a Piazza Affari, all’indomani dell’inchiesta di Report, del 4,88%. Nonostante una nota dell’azienda guidata da Remo Ruffini avesse subito smentito il rifornimento da produttori non certificati. La risposta del brand spiegava che “Moncler utilizza solo piuma acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali”. Ma a poco e’ servito perchè gli animalisti si sono scatenati con migliaia di tweet indignati contro l’azienda e qualche giorno dopo hanno anche protestato davanti al negozio Moncler a Milano.
“In questo modo non capisco la distinzione tra una gallina e una balena – aggiunge Bertelli -. È naturale che in un mondo globalizzato un’impresa cerchi risorse produttive con costi più contenuti, per esempio in Ucraina o in Slovenia, e non si può impedirlo in un mercato liberale. Questo non vuol dire che noi dobbiamo fare i carabinieri sui produttori ai quali ci affidiamo. Lo stesso discorso vale per Prato, dove il popolo orientale ha trovato una opportunità economica e l’ha sfruttata”.
“Bertelli, che vuol dire Prada, ha ragione nel darmi della stupida – risponde Gabanelli – sono orgogliosamente stupida, perché le mie tasse le verso fino all’ultimo centesimo; mentre lui, indagato per elusione per 470 milioni (nonostante sia uno degli uomini più ricchi del mondo) può propriamente definirsi ‘furbo’. Nessuno impedisce a Bertelli di andare a produrre in Transnistria (un paese nemmeno riconosciuto dalla Nazioni Unite) per 30 euro i suoi giacconi in vendita a 2.000, ma non si stupisca se qualcuno lo racconta e si chiede perché non produrre qui, visto che il lusso è il settore che ha i ricarichi più alti. Il consumatore ha il diritto di essere informato e poi sceglierà come meglio crede. Bertelli – chiude la giornalista – investe molte risorse nel monitorare la stampa, ne potrebbe investirne un po’ nel monitorare i suoi fornitori, altrimenti i codici etici sono tutta fuffa. Per quel che riguarda il maltrattamento animale, non appartiene ad un mondo passato come sostiene Bertelli, perché la spiumatura da vivo avviene ‘oggi’, come ampiamente documentato. Se poi non conosce la distinzione fra una gallina e una balena gli rispondo che esiste l’ignoranza colpevole”. (Fonte ansa.it)