“Pronto? Sono Papa Francesco”, chiama i genitori dei bimbi sepolti dal fango a Aragona

papa-francesco-al-telefono-2ARAGONA – La segreteria vaticana compone il numero e ai genitori Mulone, di Aragona, arriva la telefonata del Papa. Non è uno scherzo, è tutto vero. Squilla il telefono a casa Mulone, è successo ieri nel pomeriggio. Dall’altra parte della cornetta c’è un funzionario della Santa Sede che annuncia Bergoglio. Pochi istanti dopo un’altra voce: “Pronto? Sono Papa Franceso”.

Tutto vero. E’ il Pontefice in persona che chiede di parlare con il Carabiniere Rosario Mulone, padre di Laura e Carmelo, di 7 e 9 anni, morti il 27 settembre scorso dopo l’improvvisa esplosione di uno dei “vulcanelli” che li ha sepolti per alcune ore sotto il fango della Riserva delle “Macalube”, a pochi chilometri da Agrigento.

Rosario Mulone crede sia una scherzo ma subito dopo riesce a riconoscere la voce del Pontefice, tra emozione e comprensibile incredulità. Il Papa ha voluto parlare pure con la moglie, Giovanna Lucchese, per esprimergli la propria vicinanza e solidarietà. Parole di incoraggiamento e di preghiera, quelle utilizzate dal Pontefice, per i due  genitori colpiti dalla tragedia per morte dei loro bimbi, durante una visita alla Riserva di Aragona gestita da “Legambiente”.

Nella conversazione, durata sei minuti, il Papa prima di salutare ha promesso ai coniugi Mulone, che saranno  contattati dalla segreteria del Vaticano e invitati in udienza privata per un incontro che dovrebbe essere formalizzato dai funzionari della Santa Sede prima della fine dell’anno. (Articolo scritto da Silvio D’Auria)

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  • Sono d'accordo con Andrea, finalmente la chiesa ai più alti livelli sta ritornando ad essere più umana e meno altezzosa. Speriamo davvero che questo papa sia in grado di generare una profonda rivoluzione nella mentalità di troppi ecclesiastici più impegnati nella contemplazione del proprio potere e della propria "superiorità" morale e intellettuale, che non preoccuparsi alla grande missione per la quale dovrebbero essere votati, quello di preoccuparsi del loro "gregge" di fedeli.

  • Da quasi ateo (o per meglio dire, da credente molto poco praticante) dico: che bella persona! Quanto è diverso da tutto quello a cui siamo stati abituati fin'ora. Quanto è in grado di avvicinare alla Chiesa quest'uomo attraverso semplici gesti che sembrano (sembrerebbero) scontati e che invece rappresentano un netto taglio con il passato, quando il Pontefice era una figura "mitica", quasi astratta.
    Immaginiamo quanta "serenità interiore" e quanta consolazione possa dare ai quei poveri martoriati genitori questa Telefonata.
    La Chiesa, come il Papa, se vuole tornare ad essere traino e riferimento per la comunità deve scendere dal piedistallo, uscire fuori dal proprio orticello, sporcarsi le mani, fare come i preti di perifieria o quelli di trincea che accompagnano il classico abito da sacerdote ad un'indole combattiva, non passiva, intraprendente e poco incline alla predica fine a se stessa.
    Solo così facendo, anche i quasi atei (o credenti molto poco praticanti) torneranno a sentirsi parte della comunità cristiana.

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