CALTANISSETTA – Il cantiere della ferrovia Messina – Catania – Palermo dovrà necessariamente aprire entro il primo novembre 2015. E’ stato affermato in un incontro svoltosi lo scorso 12 settembre a Roma tra il ministro alle Infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi, il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Giuseppe Castiglione, l’assessore alle Infrastrutture e mobilità della regione Sicilia, Domenico Torrisi, col dirigente al ramo, Giovanni Arnone, gli amministratori del Comune di Messina, oltre a quelli di Palermo, Catania, Caltanissetta ed Enna, gli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato, Rfi e Italferr, rispettivamente Michele Mario Elia, Maurizio Gentile e Matteo Triglia.
E’ apparso chiaro già allora che l’idea è quella di realizzare la nuova linea ferrata collegando Catania e Palermo attraverso un nuovo percorso che da Catania sbuca sul Tirreno abbandonando il vecchio tracciato.
Da due mesi un tam tam assordante che spinge questa soluzione che penalizzerebbe mortalmente le aree interne della Sicilia senza che nessuno, ma proprio nessuno, se non qualche flebile vocina politica, battesse il pugno di fonte ad una simile pazzia.
Caltanissetta Protagonista, che è un movimento che da sempre difende i diritti e la dignità dei cittadini nisseni, vuole adesso denunziare questo spreco e questo abuso.
Quale è il nostro obiettivo e soprattutto quale è la nostra proposta? Quello di non emarginare definitivamente Caltanissetta e tutto il centro Sicilia dalla rete ferroviaria siciliana e nazionale per consentire invece che Caltanissetta ridiventi uno snodo importantissimo per i trasporti isolani con soluzioni intermodali che diano un senso alla nostra centralità e che agevolino i trasporti civili e di merci compensando l’eccessivo uso di gommato.
Quale è l’obiettivo di chi si occupa di trasporti e infrastrutture? Quello di velocizzare al massimo i tempi percorrenza fra le due più grosse città della Sicilia.
Si coniuga quest’ultimo obiettivo con la presenza di milioni di cittadini non certamente interessate alle due aree metropolitane con le scelte asettiche e opportunistiche di tracciati che taglino fuori cittadini uguali come gli altri?
Certamente no.
Noi proponiamo, senza essere ad ogni costo campanilisti, soluzioni di buon senso in linea con la nostra storia e che possano sposare gli interessi del trasporto isolano con quello di tutti i siciliani e con costi decisamente inferiori rispetto a quelli previsti da una pazzesca opera faraonica che forse, fra 18 anni consentirebbe di collegare Catania a Palermo in un ora e quaranta minuti.
In termini tecnici, volendo tralasciare perfino gli aspetti sociali ed economici distruttivi di scelte come quella proposta da RFI, suggeriamo di ridurre i tempi di percorrenza della linea ferroviaria Palermo-Catania mediante la velocizzazione del tracciato attuale sfruttandone invece al massimo le potenzialità attraverso la realizzazione di miglioramenti e varianti sostanziali.
L’attenzione va posta al tratto che va da Fiumetorto a Catania poiché il tratto fino a Palermo ha già avuto una sua profonda ristrutturazione.
Per ottenere il massimo di prestazioni utilizzando l’attuale tracciato occorre intervenire sulla stabilità dei binari, sull’eventuale collocazione del secondo binario laddove possibile,cercando di abbattere i costi di esproprio e di realizzazione di nuove opere. Per garantire una velocità costante secondo anche quello che prevedono le normative in questo tipo di opere occorre intervenire in alcuni raggi di curvatura ed inoltre serve allargare i diametri di alcuni tratti in galleria, come quella di Marianopoli di almeno un metro.
Utilizzando treni di ultima generazione e limitando le fermate a Enna e Caltanissetta si potrebbe portare il tempo di percorrenza da Palermo a Catania sotto le due ore.
Ora noi ci chiediamo e chiediamo a tutti i cittadini non solo siciliani ma italiani:
vale la pena spendere 2,5 md di euro per realizzare in 18 anni una linea ferrata che consentirà a pochi e a poche merci di raggiungere Catania da Palermo e viceversa in un’ora e 40 minuti piuttosto che fare i lavori in tre anni, spendere soli 400 milioni e dare respiro a tutta la Sicilia? Questa seconda opzione la trascureremmo per risparmiare 20 minuti?
La differenza risparmiata è molto meno dell’apporto dello Stato per la realizzazione del Ponte sullo Stretto!
Il progetto potrebbe finalmente prevedere un rilancio delle aree interne con lo sviluppo dell’interporto di Caltanissetta Xirbi che accoglierebbe le merci provenienti anche dal porto di Porto Empedocle in una perfetta interconnessione con la costruenda autostrada Caltanissetta Agrigento.
E invece no. Tutti a spingere per la soluzione pazzesca che prevede una galleria di 64 km sotto i Nebrodi, la distruzione di siti archeologici vicino Cefalù, che mortificherebbe milioni di cittadini del nisseno, dell’agrigentino, del trapanese e costerebbe quando mezzo Ponte di Messina.
Questo è uno scandalo, sul quale noi di Caltanissetta Protagonista non taceremo, indicando responsabilità politiche di deputati indegni, amministrazioni colpevolmente silenti e cloroformizzate, indagando per quello che ci è permesso e possibile su interessi da parte di qualcuno, denunziando ogni iniziativa, atto o dichiarazione che vada contro gli interessi dei cittadini.
Caltanissetta Protagonista