Amato, responsabile della coop “Le verdi Madonie”, che aveva in gestione l’impianto, e i Randazzo sono stati condannati per commercializzazione di sostanza nocive; mentre Vasapolli è stato riconosciuto colpevole anche di abuso d’ufficio e omessa denuncia. Secondo l’accusa, le carni di alcuni animali macellati sarebbero state messe in commercio anche se non in buone condizioni e il veterinario ne avrebbe autorizzato la macellazioni e non avrebbe segnalato all’autorità giudiziaria le presunte irregolarità.