Già, perché, come racconta La Stampa, le strane richieste delle maestre non si fermavano a quel titolo di tema fuori luogo: le due si sarebbero rivolte ai bimbi con strani riferimenti alla sessualità dei loro genitori (“Succede quando papà si intrattiene con le prostitute lungo la strada”) e una delle due avrebbe anche chiesto agli alunni di massaggiarle il collo, dandosi il cambio ogni dieci minuti.
E poi c’erano i riferimenti sessuali da parte delle due insegnanti, ormai attempate e alla soglia della pensione. Un esempio? Il sesso lo spiegavano così: «Succede quando papà si intrattiene con le prostitute lungo la strada». O il «ciupa ciupa» e il «bunga bunga», come definivano le due maestre l’atto d’amore tra i genitori dei piccoli allievi.
Questi ed altri episodi – documentati anche dalle telecamere nascoste installate dai carabinieri, da aprile in poi – hanno spinto i genitori di alcuni dei piccoli studenti a presentare diverse denunce.
Ma qui arriva il particolare che forse colpisce di più in tutta questa vicenda: la Procura ha ritenuto che non ci fosse alcun elemento penalmente rilevante e ha chiesto di archiviare il caso.
Il pm Chiara Molinari, spiega il quotidiano torinese, ha ritenuto solamente “inopportuni” gli atteggiamenti delle due insegnanti, senza ravvisarvi alcun illecito penale. I comportamenti delle due maestre, insomma, dovrebbero essere giudicati solo dal Provveditorato, a cui sarebbe spettata la decisione relativa ad eventuali provvedimenti disciplinari.
Contro questa decisione è arrivata immediatamente un’istanza, presentata dagli avvocati delle famiglie, contro la richiesta di archiviazione. Ora toccherà al Tribunale di Ivrea decidere se le due maestre vadano effettivamente “cacciate”, come chiedono a gran voce i genitori degli alunni.
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