Sfiducia Day, Beppe Grillo a Palermo: “Riina salvato dal Colle. Quotare la mafia in borsa”

Foto loraquotidiano.it

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PALERMO – La mafia aveva una sua morale e andrebbe quotata in Borsa. Il giorno in cui chiudono a Roma gli Stati generali dell’Antimafia e pochi giorni prima della deposizione del Capo dello Stato per l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, Beppe Grillo lancia la sua provocazione choc da Palermo quasi a voler sfilare la ‘prima pagina’ alla Leopolda del premier Matteo Renzi.

In Sicilia per lo “sfiducia day” contro il governatore Rosario Crocetta, il leader del M5S prima dice che la mafia “aveva una sua morale”, ma “è stata corrotta dalla finanza”. Poi, consiglia di “quotare la mafia in Borsa” perché così ci si guadagnerebbe e sottolinea come, ora, nelle “organizzazioni criminali ci siano solo magistrati e finanzieri”. Infine “difende” Riina e Bagarella: “Hanno impedito” loro di andare al Colle (per la deposizione di Napolitano ndr) ma per proteggerli: hanno già avuto il 41 bis, un Napolitano bis sarebbe stato troppo…”.

Tutte dichiarazioni, comprese quelle rivolte al Governatore della Sicilia (“Firmate ai banchetti per la sfiducia a questo qui e lo mandiamo via questo qui non si capisce cosa sia sotto ogni punto di vista…”) che fanno gridare allo scandalo. Con lui ben consapevole: “Vedrete – dichiara in piazza – i giornali titoleranno “Grillo inneggia alla mafia”. “Le sue – commenta il presidente dell’Udc, il siciliano Giampiero D’Alia – sono dichiarazioni deliranti che si commentano da sole”. Ma non è che per caso, “sta chiedendo con modo antico i voti a Cosa Nostra?”. Duro anche il commento del vicepresidente dei senatori Pd Claudio Martini: “Basta offendere le istituzioni, Grillo vaneggia”.

Ma “lasceremmo volentieri Grillo ai suoi vaneggiamenti – aggiunge – se non fosse che non possiamo accettare le continue offese alle istituzioni e al Capo dello Stato. Mi auguro che la consapevolezza che si sta facendo avanti in molti degli eletti del M5S diventi sempre più lucida: non si può accettare che in un momento di difficoltà del paese ci sia qualcuno che pensa solo a insultare chi, in questi anni, ha garantito la tenuta del nostro Paese”.

Ma l’affondo di Grillo continua, ed è pesante: “La mafia è stata corrotta dalla finanza, prima aveva una sua condotta morale e non scioglieva i bambini nell’acido. Non c’è differenza tra un uomo d’affari e un mafioso, fanno entrambi affari: ma il mafioso si condanna e un uomo d’affari no”. E nel suo intervento dal palco di Palermo c’è anche una “giustificazione” al voto di scambio: “In Sicilia siete sempre stati un bacino di voti da Andreotti a Lima, fino ai 61 seggi a 0 in favore di Berlusconi. Ma vi capisco maledetti: io lo metterei all’asta il voto anche per 92 euro da scaricare sulle tasse. Prima eravate interessanti perché c’era lo scambio del voto con il lavoro ma ormai il lavoro non c’è più…” (Fonte ansa.it)

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