1. STOP AI PRECARI. Il Governo promette un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le graduatorie ad esaurimento.
2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO. Basta con le liste d’attesa che durano anni: se La buona scuola andrà in porto, si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Quarantamila giovani qualificati dovrebbero trovare posto nella scuola fra il 2016 e il 2019.
3. BASTA SUPPLENZE. Grazie al piano di assunzioni, la riforma punta a garantire alle scuole un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.
4. SCATTI: SI CAMBIA. Al posto degli scatti di anzianità indifferenziati, la riforma vuole premiare qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Ogni tre anni, gli insegnanti che matureranno crediti sufficienti avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.
5. FORMAZIONE CONTINUA OBBLIGATORIA. Gli insegnanti dovranno tenersi al passo con l’innovazione. Il rapporto non chiarisce ancora come: si parla di “scambio fra pari per valorizzare i nuovi don Milani, Montessori e Malaguzzi”.
6. PIÙ TRASPARENZA. I dati di ogni scuola dovranno essere online dal 2015: budget, valutazione, progetti finanziati. Si parla anche di un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra.
7. MENO BUROCRAZIA. La battaglia “sblocca scuola” è già cominciata: sul sito de La buona scuola, presidi, docenti, amministrativi e studenti possono già segnalare procedure burocratiche più gravose per la scuola. Le prime 100 – questa è la promessa – saranno eliminate.
8. BANDA LARGA E WI-FI. Attraverso piani di coinvestimento si punterà a portare a tutte le scuole una connessione veloce e senza fili, comprese le sedi decentrate. Dietrofront, invece, sulle lavagne elettroniche, definite “tecnologie pesanti”.
9. MATERIE CREATIVE. Musica, sport e storia dell’arte sono al centro dell’attenzione in quanto “punti di forza dell’Italia”. Si punta ad aumentare le ore di insegnamento sia nella scuola primaria che in quella secondaria.
10. NUOVE ALFABETIZZAZIONI. Nella nuova riforma è previsto un rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere a partire dai 6 anni, l’insegnamento di nuove competenze digitali (coding e pensiero computazionale nella primaria, piano “Digital Makers” nella secondaria), la diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.
11. ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO. Sarà obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali, per almeno 200 ore l’anno, grazie al potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.
12. SCUOLE “CIVICHE”. Per trovare le risorse necessarie al rinnovamento della scuola si punta su due fronti: stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), rendendone trasparente l’utilizzo, e attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso “incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche”.
Queste le promesse, in attesa della versione definitiva della riforma. Ma cosa ne pensano i diretti interessati, gli studenti? Per ora in pochissimi si sono espressi sul sito de La buona scuola. Il portale ScuolaZoo ha diffuso invece l’analisi delle discussioni aperte online all’indomani della presentazione del rapporto. Risultato: gli studenti italiani vorrebbero una scuola “2.0”, dotata di tablet ed ebook anticrisi, ma anche meno compiti a casa e l’abolizione delle prove Invalsi. Il dibattito è aperto.